Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Classici da record Lettere stravince la corsa agli iscritti
Cosa scelgono le matricole dell’ateneo Aldo Moro
Tutti pazzi per Lettere. Almeno così è spulciando i dati sulle immatricolazioni dell’ultimo anno accademico dell’ateneo Aldo Moro di Bari e soprattutto dando un’occhiata alle scelte degli studenti. I quali preferiscono evidentemente i classici: a Lettere ci sono infatti 1657 matricole, buona affluenza anche a Giurisprudenza.
Cosa hanno scelto le matricole dell’Università Aldo Moro di Bari nell’anno accademico 2017-18? In base ai dati del centro servizi informatici dell’ateneo, in termini assoluti, il più gettonato resta il dipartimento di Lettere, lingue, arti, italianistica e culture comparate, con 1.657 immatricolati da 1.503 dell’anno scorso. Scelte che riportano sulla cresta dell’onda materie classiche. Seguono la Scuola di medicina (che riunisce quattro dipartimenti) con 1.337 (da 1.353), il dipartimento di Scienze della formazione, psicologia e comunicazione con 1.188 matricole (da 1.133), e quello di Economia, management e diritto dell’impresa con 1.043 (da 1.081). In termini percentuali, gli incrementi maggiori rispetto allo scorso anno li rilevano due dipartimenti scientifici, Matematica (+30%) e Chimica (+19%). Ma anche Fisica (+12%), superato solo da Economia e Finanza (+13,5%). Seguono Lettere (+10%) e Giurisprudenza (+9,8%).
La flessione maggiore la registrano, invece, il dipartimento di Biologia (-23%, a 260 da 340) e quello di Farmacia (-11%, a 402 da 454). Mentre al dipartimento di Scienze della terra va la maglia nera del numero di immatricolati, solo 65 da 68 dell’anno scorso.
Complessivamente, dunque, l’Ateneo barese registra 11.063 matricole (il sesto numero più alto in Italia) dalle 10.864 dell’anno scorso, per un incremento dell’1,8%, in linea con il dato nazionale. I dati, aggiornati a martedì scorso, sono quasi definitivi. Ed è quindi possibile non soltanto tracciare un bilancio ma anche ipotizzare nuove strategie per alimentare un trend decisamente positivo.
Mancano all’appello solo le immatricolazioni residue di chi si sta trasferendo o cambiando corso e quelle delle lauree magistrali, che si chiuderanno a fine marzo, per gli studenti che concludono il primo triennio a febbraio. «Un po’ come in tutti gli atenei – dice Massimo Di Rienzo, delegato alla didattica dell’Università di Bari - la nostra offerta non ha più i numeri spropositati di 10 anni fa. Soprattutto per le regole ministeriali più stringenti sull’accreditamento ai corsi. Più di recente, però - prosegue il doriprovarli cente - registriamo un’inversione di tendenza, anche in aree tradizionali, come quella umanistica, giuridica ed economica». «Su altri ambiti aggiunge Di Rienzo –, come Medicina, restiamo attrattivi, malgrado non emerga dalle immatricolazioni, stabili a causa del numero chiuso imposto dal ministero alle università. Lo si evince - è l’analisi del delegato alla didattica dalla quantità enorme di studenti che si iscrivono ai test di ingresso. E quelli che non riescono a superarli, spesso, per l’anno dopo, si “parcheggiano” in corsi affini, come Biologia. Tanto che si è previsto il numero chiuso anche qui, per scoraggiare l’ingresso di chi non è motivato». «Bene anche gli studi scientifici, che pure qualche anno fa erano in difficoltà - precisa il delegato del rettore -. I numeri, peraltro, non tengono conto delle attività didattiche e scientifiche che Matematica e altri Dipartimenti svolgono anche in ulteriori ambiti e per corsi di altri Dipartimenti». «Unica nota stonata, che accomuna l’Università di Bari al resto del Sud – conclude Di Rienzo, appena tornato dall’ateneo di Napoli, che ha esaminato come revisore Anvur – è la difficoltà a trattenere i laureati nelle magistrali. Malgrado i nostri sforzi su placement, orientamento, aggiornamento dell’offerta formativa e internazionalizzazione, infatti, ancora molti, dopo il triennio, preferiscono iscriversi agli atenei del Nord, dove c’è un mondo del lavoro più pronto ad assorbirli».
Massimo Di Rienzo Registriamo un’inversione di tendenza in aree tradizionali