Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Consiglio si trasforma in un ring
Carrieri contro il presidente dell’assemblea. E la Melini aggiunge: «Questo è un rinco...»
La seduta del Consiglio comunale di Bari diventa un ring. L’opposizione si scatena contro il presidente dell’assemblea, Michelangelo Cavone. Il quale viene attaccato da Giuseppe Carrieri e da Irma Melini. La consigliera, a microfoni spenti, lo apostrofa con un «rinco...».
«La morte devi avere». BARI «Questo è un rinco...». La prima frase, pronunciata a Consiglio comunale in corso, è del consigliere di opposizione Giuseppe Carrieri e rivolta al presidente del Consiglio comunale, Michelangelo Cavone. La seconda, invece, rivolta sempre al presidente, è della consigliera Irma Melini che, però, lo fa a Consiglio già terminato. O meglio. A Consiglio sciolto per mancanza del numero legale. Questa volta sono i consiglieri di maggioranza a lasciare l’aula Dalfino durante la monotematica richiesta dalla minoranza sul tema dell’edilizia giudiziaria. Parole pesanti, seguite immediatamente da un comunicato ufficiale del primo cittadino che, unitamente ai suoi, esprime massima solidarietà al presidente Cavone per le gravi parole rivoltegli. «Al presidente sono state indirizzate — si legge nella nota — minacce e offese irricevibili, che sono ancora più gravi perché verificatesi in una sede istituzionale».
Ancora una volta l’assise cittadina non offre una buona immagine di sé. Carrieri nega di aver pronunciato la frase: «Al massimo avrò detto la morte avrete in aula», precisa, minacciando querele nei confronti di chi sosterrà il contrario. Dispiaciuto Cavone, che si lascia andare in uno sfogo immediato: «I consiglieri in questione dimostrano di non possedere il senso delle istituzioni». E, riferendosi in particolare alla consigliera di opposizione Melini, continua: «Anche perché quando le offese toccano lei ci si indigna e si scatena l’inferno. Poi a ben guardare, la Melini pensa di poter offendere chiunque. Sono molto dispiaciuto per il livello cui siamo arrivati». E Melini, che sceglie di non scusarsi, aggiunge: «Invece di infinito viare comunicati in cui citano consiglieri comunali che evidenziano le loro inadempienze, dovrebbero scusarsi con i baresi».
Il riferimento è all’ennesima discussione bruscamente interrotta. «Quando ho dato del rinco... al presidente — precisa poi — ero girata e di faccia nei fogli. Il consiglio era e lui era sulla porta. Mi ha sentito, ma insomma... è tutto strumentale». Volano gli stracci anche durante la conferenza stampa-diretta Facebook tenuta in aula subito dopo l’uscita della maggioranza: «Il sindaco ha seri problemi infantili, secondo me è una persona poco cresciuta, con problemi personali enormi — dichiara Carrieri in video — perché non si spiega diversamente un sindaco che di fronte a un problema grave come quello dell’edilizia giudiziaria dica alla sua maggioranza andiamo via, non affrontiamo questo tema. Io credo che il sindaco sia completamente alla frutta». Un nulla di fatto e un’occasione sprecata, in un consiglio cominciato sotto i migliori auspici, con un sentito ricordo dedicato al comandante della polizia municipale, Nicola Marzulli, scomparso due giorni fa in seguito a un malore improvviso.
Ma la discussione sull’edilizia giudiziaria, pacata in principio nell’analisi del consigliere Fabio Romito, ha cominciato a incrinarsi nei primi scontri Carrieri-Decaro. Con l’accusa del primo nei confronti del secondo di aver abbandonato il quartiere Libertà con la decisione della creazione del polo giudiziario nell’area delle ex caserme dismesse Capozzi e Milano. Un’accusa che il primo cittadino ha rispedito al mittente: «Sottoscriverò un contratto con la Pizzarotti per la Cittadella della giustizia». Decaro cita un’intervista rilasciata in campagna elettorale dall’ex candidato sindaco per il centrodestra Domenico di Paola, della cui lista civica (Impegno Civile) Carrieri faceva parte: «Durante la campagna elettorale a nessuno gliene fregava niente del Libertà. Oggi che siamo di nuovo in campagna elettorale si pensa a quel quartiere. Basta. Volete solo fare lo show».
Carrieri Non ho detto «la morte devi avere» Sono stato frainteso Decaro La polemica sul Libertà è solo un modo per fare farsi pubblicità