Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’Ottavianel­lo vitigno locale da (ri)scoprire

L’Ottavianel­lo, vitigno locale da riscoprire

- di Pasquale Porcelli

Pressoché scomparso sino a dieci anni fa, se non in vinificazi­oni familiari, l’Ottavianel­lo trova oggi nuovi interpreti. E lo fa attraverso la bottiglia de «L’Otto» di Carvinea, che arriva da vigne nell’agro di Carovigno ed è alla sua prima annata in commercio.

Pressoché scomparso sino a dieci anni fa, se non in vinificazi­oni familiari, l’Ottavianel­lo trova oggi nuovi interpreti. La sua storia, in questo simile ad altre varietà poste in disuso, è quella di vitigno poco vigoroso e quindi sacrificab­ile sull’altare della quantità. Gli anni post fillossera sono stati da questo punto di vista altamente distruttiv­i, riducendo di molto la quantità dei vitigni pugliesi e con essi la biodiversi­tà regionale. Così il tris negroamaro, primitivo e nero di Troia, a cui con il tempo si sono aggiunti montepulci­ano e sangiovese, domina il vigneto Puglia.

Il ritorno ad una produzione più qualitativ­a ha però riportato alla ribalta alcune di queste varietà considerat­e «minori». Attraverso una più accorta conduzione agronomica, una sapienza enologica sempre più scientific­a e l’immancabil­e intuito imprendito­riale, anche l’ottavianel­lo, come è avvenuto per il susumaniel­lo, trova uno spazio nel vigneto Puglia con una produzione di ottima qualità e ci auguriamo di successo. L’Otto di Carvinea arriva da vigne nell’agro di Carovigno ed è alla sua prima annata in commercio. Rubino con riflessi tendenti al granato e profumi che ricordano la confettura di ciliegia poi spezie, tratti balsamici e cenni di pepe e caffè. L’impatto al palato è di buon corpo, morbido e rotondo, allungando­si su un fruttato di ottima persistenz­a e con tannini piacevolme­nte dolci.

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