Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Veleno e antidoto insieme
Un «artistico» e sorprendente ristorante di pesce nel centro storico di Barletta
Se c’è il veleno c’è anche l’antidoto, ed è contenuto nello stesso nome, forse per non correre il rischio di spaventare qualche ignaro avventore. A distanza di poche settimane siamo tornati a Barletta, e in una suggestiva stradina del centro storico ci fermiamo incuriositi davanti a un’insegna piuttosto singolare. Si tratta dell’insegna di Veleno Fish Restorart, e a stupire è l’ironia dell’accostamento vagamente ossimorico tra il minaccioso e respingente termine veleno, e l’accattivante contrazione delle parole restaurant e arte, che serve a scongiurare ogni timore di avvelenamento da pesce.
Entriamo quindi fiduciosi in un ambiente non molto ampio, con volte in pietra e netti contrasti cromatici: tra arredi in legno scuro, macchie di colore alle pareti e fasci di luce indirizzati sulle bottiglie in esposizione ( foto
1). Con il valore aggiunto della gestione familiare, che come spesso accade è alla base di un valido e affiatato lavoro di squadra. Tanto più in questo caso, perché qui ai fornelli operano moglie a marito, Giovanna Diviccaro e Vincenzo Petruzzelli (foto 2), e in sala accoglie gli ospiti la loro figlia Maria Elisa. Il tutto si risolve in preparazioni leggere, delicate e ben presentate, che spaziano con disinvoltura, ma anche con criterio, tra il mare e la terra. Dopo i carpacci con il pescato giornaliero, ne è un evidente esempio il morbido e delizioso filetto di baccalà cotto a bassa temperatura con salsa di peperoni rossi e porro fritto tagliato a julienne. In alternativa il polpo arrosto su crema di ceci con concassé di pomodori, olio al rosmarino e chips di pane, e il calamaro ripieno di verdure su purea di fave e vongole, fanno pensare ad altrettante rivisitazioni dei cosiddetti piatti unici del passato. Un bel carattere e sapori veraci si riscontrano anche nelle successive linguine alle vongole con pomodorino confit e bottarga (foto 3); oppure negli spaghetti quadrati con tartare di gamberi rossi e crema di ricotta di bufala, e nei paccheri ai crostacei.
I secondi seguono la classica tradizione marinara, con proposte quali la grigliata mista e la zuppa di pesce, e non mancano soluzioni a base di carne. La selezione enologica è di buon livello, anche se il servizio al calice pare che non dia diritto a sapere preventivamente cosa viene versato nel bicchiere. Per un pasto completo, vini esclusi, si spendono circa 40 euro.