Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nessuno vuole l’auto elettrica
Vicino il bando del curatore fallimentare per l’«eredità» della Tua Industries ma il progetto non ha futuro. La Fiom: «Pronti all’ipotesi “spezzatino”»
Cercasi imprenditori. È il cartello ancora affisso sulla travagliata vertenza della ex Om Carrelli. Secondo quanto riferito dal capo della task force della Regione sulle crisi occupazionali, Leo Caroli, il curatore della procedura fallimentare, Alessandra Giovetti, ha annunciato la pubblicazione del bando «a giorni». Si potrà aprire così finalmente un’asta per 30 giorni, entro i quali eventuali interessati potranno presentare offerte vincolanti, per avviare nuove attività nello stabilimento della zona industriale tra Bari e Modugno, o per riprendere il progetto della minicar elettrica «Ambra», che la società Tua Industries avrebbe già iniziato a produrre nell’impianto ex Om se non fosse stata messa in liquidazione a luglio scorso, dopo che il fondo Usa che la controllava, Lev capital management, a sorpresa, è uscito dall’investimento. Il bando, dice Caroli, «è l’unico modo per dare liquidità alla curatela e cercare di coprire i costi dell’accantonamento del Trattamento di fine rapporto (300 mila euro, contro una base d’asta del bando di 200 mila euro), che può consentire ai 184 operai a libro paga della «Tua» fallita di ricevere la proroga in continuità della cassa integrazione (cig) in deroga, riconosciuta a piani industriali «non del tutto compiuti» come quello della minicar, grazie a un emendamento inserito nell’ultima legge di Bilancio. Quanto alla vecchia cig, non sono stati corrisposti gli ultimi due mesi del 2017 ma, assicura Caroli, «arriveranno, abbiamo fatto tutto il necessario».Sono stati già pubblicati nomi di società interessate (tra cui «Carton Pack» di Rutigliano, che sviluppa e realizza packaging alimentare e imballaggi ortofrutticoli, e Carmosino Industry, attiva nel settore veicoli industriali). Ma Caroli preferisce non com- mentare. Evidentemente, non si vogliono bruciare le manifestazioni di interesse e si auspica tra i potenziali acquirenti una competizione vera, così da salvaguardare opportunità occupazionali e prospettive di cig.«Le date di pubblicazione del bando e di chiusura dell’asta non le sa ancora nessuno – dice Franco Busto, segretario generale di Uilm Bari – Di certo entro il 27 marzo va chiuso tutto, perché c’è l’adunanza dei creditori. Sappiamo che il presidente di Confindustria Puglia, Dome- nico De Bartolomeo, ha sentito la curatrice per comunicarle l’interesse di alcuni imprenditori. Non ci aspettiamo un fallimento ricco, anzi. Ma va detto che chi compra il progetto minicar e il prototipo potrà prendere anche lo stabilimento, che vale 20 milioni di euro. Per farvi la minicar o altro». «A questo punto – commenta Saverio Gramegna, segretario generale di Fiom Bari – visto che il progetto della macchina elettrica, di grande attrattiva mediatica, si è rivelato poco fattibile, siamo anche per l’ipotesi “spezzatino”, ossia di due o tre progetti più piccoli di reindustrializzazione. Sarebbe più nelle corde della situazione italiana, specie al Sud. Purtroppo manca ancora la volontà politica di dare allo Stato, o a realtà come Cdp, un ruolo più attivo per fare investimenti e creare occupazione. Dobbiamo sempre pregare un privato o lo zio d’America. Aspettiamo di sapere dalla Regione la data di avvio dell’apertura della gara. Speriamo di sapere qualcosa almeno oggi».