Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
FlixBus-Marozzi, ecco la sfida che cambierà i trasporti
La concorrenza delle linee bus mette in crisi la società pugliese Gara al ribasso dei biglietti. «Il consumatore conta più del lavoratore»
La vertenza Marozzi? Forse la punta dell’iceberg di ciò che accadrà al servizio di trasporto passeggeri su gomma a media e lunga percorrenza in Italia, importante soprattutto al Sud, dove i sistemi ferroviari sono meno efficienti. La scintilla è l’ingresso nel mercato di Flixbus, la low cost nata nel 2011 a Monaco di Baviera e attiva oggi in tutta Europa. Tra i suoi concorrenti, Marozzi, società pugliese che copre i collegamenti dalla Puglia a Roma e Firenze: lo scorso novembre ha comunicato ai sindacati l’avvio delle procedure di licenziamento per 84 dei 92 dipendenti. Giovedì scorso, al Ministero del Lavoro, ancora una fumata nera nell’ennesimo incontro tra azienda e sindacati (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna), che per venerdì hanno proclamato un altro sciopero, questa volta di 24 ore (mentre il confronto proseguirà stamani). Marozzi accusa FlixBus di aver causato «una forte contrazione di clienti e fatturato». «Per stare al passo con i competitor - dice Giuseppe Vinella, ad di Sita Sud, che controlla Marozzi, e presidente regionale dell’associazione di categoria, Anav - dobbiamo attivare le procedure di mobilità». La decisione è arrivata dopo il tentativo (fallito), portato avanti da Anav, di promuovere una legge, definita anti-FlixBus, che negasse l’autorizzazione all’autotrasporto a soggetti senza personale né mezzi di proprietà.
Flixbus, infatti, è un portale di vendita biglietti che usa personale e mezzi delle compagnie locali entrate nella sua Associazione temporanea di imprese (Ati). «Ha ricevuto l’autorizzazione grazie a una circolare del Ministero dei Trasporti che, con una forzatura, riconosce l’idoneità a svolgere il servizio all’Ati nel suo complesso – dice Maria Teresa De Benedictis, segretario regionale della Filt Cgil – Ma questa interpretazione contrasta con la legge che disciplina il settore. Serve un urgente riordino. Se si aspettano le nuove regole europee, sarà troppo tardi. Ora anche Marino autolinee si attrezza allo stesso modo». Idem Vinella: «In Italia il consumatore pesa di più del lavoratore. Lo Stato ritiene che dobbiamo diventare tutti piattaforma? E così sarà». La forza di Flixbus è soprattutto nei prezzi bassi dei biglietti. Ma, dice Luigi Minafra della Filt Cgil, «abbiamo calcolato che riconosce alle sue compagnie solo 65-70 centesimi a chilometro». Una cifra che, secondo Anav, non basta a coprire i costi per applicare i contratti nazionali e le norme a tutela della sicurezza.
«La media nazionale - ricorda Vinella - è di 1,60 euro a chilometro». «Non possiamo accettare il tentativo di addebitarci le difficoltà delle autolinee Marozzi - replica Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia – Si dimentica che nel settore ci sono tante imprese, molte in espansione per fatturati, servizi e linee». A dicembre scorso, peraltro, Flixbus ha firmato un protocollo d’intesa con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal ed Ugl Fna, in cui si impegna a inserire migliori condizioni di tutela del personale nei contratti con le compagnie di autobus locali». «Un impegno non è un vincolo - obietta De Benedictis – Né ci sono adeguati controlli».