Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Treni, la svolta dopo il disastro
La tragedia del 2016 tra Corato e Andria ha cambiato tutto. E la Regione sta adeguando la rete ferroviaria
Nessuno potrà cancellare l’incidente del 12 luglio 2016 quando, tra Corato e Andria, due convogli della Ferrotramviaria si scontrarono causando la morte di 23 persone. Un macigno che continua a pesare sulla Puglia dei trasporti. Ma proprio il dramma di famiglie spezzate da quel disastro ha cambiato l’atteggiamento delle istituzioni verso il tema della sicurezza. Soprattutto in Puglia dove la presenza di ferrovie regionali in concessione è tra le più importanti d’Italia: dalle Ferrovie del Sud Est alla stessa Ferrotramviaria (nota anche come Ferrovie del Nord Barese); dalle Ferrovie Appulo Lucane alle Ferrovie del Gargano. Alla gestione esclusivamente umana (che si è rivelata fatale) si cerca di sostituire quella basata sulla tecnologia e sui sistemi di controllo automatizzati. E il primo passo, dopo l’impatto, è stato quello del decreto Delrio del 5 agosto successivo: il controllo sulle ferrovie regionali (ex concesse) passò dall’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (ministero dei Trasporti) all’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf). Le conseguenze? La necessità di elevare gli standard di sicurezza a quelli europei con l’allestimento sulle linee del sistema controllo marcia treno (Scmt) la cui tecnologia, paradossalmente, era presente sui treni di Ferrotramviaria, ma non sui binari perché erano in atto lavori di adeguamento su una parte del collegamento (quello individuato per completare il raddoppio). «Sulla sicurezza — ha spiegato recentemente Antonio Nunziante, assessore ai Trasporti ed ex prefetto di Bari — la Regione non mollerà di un centimetro. L’obiettivo principale è dotare la Puglia di treni nuovi che possano garantire un servizio adeguato alle aspettative detieri gli utenti. A tal fine è pronta la delibera da 25 milioni per implementare anche su tutta la rete delle Ferrovie del Sud Est il sistema Scmt».
Da fine 2016, infatti, i convogli delle ferrovie che passeranno sotto il controllo dell’Ansf (in attesa degli adeguamenti tecnologici c’è il regime transitorio dell’Ustif) procedono a una velocità di 50 chilometri orari (fino a 70 in presenza di doppi macchinisti). Per le Ferrovie Appulo Lucane una variante di Scmt (la rete è a scartamento ridotto) è attiva su tutta la linea. Sono aperti i can- per il potenziamento della capacità di trasporto dei passeggeri verso Matera che nel 2019 sarà la capitale europea della Cultura (l’obiettivo è di collegare Bari alla Città dei Sassi in un’ora). «Il 5 agosto scorso — ha annunciato Matteo Colamussi, numero uno delle Ferrovie Appulo Lucane e presidente dell’Asstra Puglia — le prime dodici ferrovie regionali sono passate sotto la giurisdizione dell’Ansf. Conseguentemente, a ottobre 2017, per queste prime dodici ferrovie il Governo ha stanziato una prima tranche di finanziamenti, pari a 350 milioni di euro, di cui 140 destinati alla Puglia. Il 31 gennaio è stato firmato il decreto con cui vengono stanziati altri 440 milioni per la messa in sicurezza delle ferrovie regionali isolate di tutta Italia di cui 37 milioni destinati a Puglia e Basilicata per le ferrovie appulolucane».
Infine, un passaggio per le Ferrovie del Gargano: l’unica variante da prendere in considerazione è quella di soli 10 chilometri tra Cagnano Varano e Peschici dove si vorrebbe variare la classificazione in treno-tram.