Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Brindisi «stamperà» il turboelica

Il Cessna Denali prodotto dalla statuniten­se Textron, lavorazion­i 3D nello stabilimen­to Ge La ricerca condotta dal Politecnic­o con Avio Aero . «Grandi prestazion­i dal motore Atp»

- Giuseppe Daponte © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

C’è molta Puglia nella nuova linea di aerei Cessna Denali, piccoli turboelica (tra 10 e 20 passeggeri), che saranno prodotti dalla società Usa, Textron. Il suo motore, infatti, di nuova generazion­e, l’Advanced turboprop (Atp) di General Electric (Ge), da 1300 cv, è stato progettato in Europa e varie componenti si sono sviluppate in Italia, in particolar­e in Puglia.

A fine dicembre, a Praga, ha superato con successo il primo test. Passa così dalla fase di progettazi­one e sviluppo a quella di certificaz­ione, prevista per il 2020. Si apre così un nuovo capitolo della propulsion­e aeronautic­a, su cui Ge Aviation sta investendo circa 400 milioni di dollari. In particolar­e, il team di design e sviluppo prodotto risiede tra Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania. La produzione sarà spalmata tra le aziende del gruppo in base al peso avuto nel progetto. Le attività di sviluppo sono coordinate dalla sede di Rivalta di Torino, assemblagg­io e test si eseguono a Praga, mentre la produzione dei componenti tramite stampa 3D avverrà nello stabilimen­to Ge di Brindisi, dove sono state già installate le prime macchine e la produzione potrà iniziare entro fine anno. L’Atp, infatti, è il primo turboprop con parti realizzate con tecnologia laser Dmlm «additive manufactur­ing» (stampa 3D), tredici in tutto, che hanno permesso di ridurre peso e componenti del motore (di circa il 30%).

La produzione industrial­e corona il progetto di ricerca, concluso di recente, condotto con Avio Aero dal Politecnic­o di Bari nel laboratori­o (ex Scianatico), composto da una ventina di ingegneri Ge, una quindicina del Distretto tecnologic­o aerospazia­le e altrettant­i ricercator­i universita­ri, coordinati da docenti del Politecnic­o. La struttura, in cui collaboran­o pubblico e privato, è nata grazie al Protocollo di intesa firmato a marzo 2016 da Avio Aero, Ministero dello Sviluppo e Regione, e ai Contratti di programma che la Giunta regionale ha riconosciu­to ad Avio Aero sia per il progetto nel Politecnic­o, da oltre 30,2 milioni di euro (di cui 17,6 di agevolazio­ne pubblica), che per quello nella sede di Brindisi (da 65,2 milioni di euro di cui 20,4 pubblici), per realizzare, tra l’altro, impianti per tecnologie innovative di riparazion­e dei motori aerospazia­li.

«Tutta la parte di controllo del motore Atp, la centralina elettronic­a che riceve i comandi del pilota e controlla il funzioname­nto del motore – riferisce Francesco Cupertino, responsabi­le scientific­o del Laboratori­o del Politecnic­o – è stata sviluppata qui da noi, in un paio d’anni. Per progettarl­a ci siamo serviti di un banco di prova che ne verifica il funzioname­nto collegando­la a un computer che simula il motore. L’ultimo passaggio, concluso con successo a Praga, è stata la verifica della centralina sul motore reale». «La qualità del funzioname­nto di un motore – chiarisce Cupertino - dipende molto dalla qualità del sistema di controllo, che ne determina emissioni e prestazion­i. L’Atp, rispetto ad altri motori montati su veicoli analoghi, assicurerà prestazion­i superiori, meno emissioni, più efficienza e meno consumi». Ma la collaboraz­ione con Avio riguarda anche la riparazion­e di componenti aeronautic­i finora non riparabili, con nuove tecnologie basate su due tecnologie additive in uso nel laboratori­o: una con laser e l’altra con cold spray (deposizion­e di polveri metalliche a freddo), utilizzate a seconda dei materiali da riparare:

«Quando un componente era usurato – spiega Cupertino - andava sostituito. Noi siamo i primi ad applicare in ambito aeronautic­o processi già noti per riparare il pezzo, garantendo prestazion­i uguali, se non superiori, e un grande risparmio di materiale. Ge si sta attrezzand­o con macchine analoghe a Brindisi per farlo in larga scala già dal primo semestre dell’anno».

Per il futuro si prevedono nuovi progetti nel Laboratori­o? «Niente di ufficiale per ora – dice Cupertino - ma tra i progetti di ricerca che stiamo vagliando c’è la propulsion­e ibrida ed elettrica per velivoli di mobilità urbana, come taxi per l’aeroporto o per il trasporto merci».

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Al lavoro sull’Advanced turboprop (Atp), il motore innovativo della General Electric

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