Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Brindisi «stamperà» il turboelica
Il Cessna Denali prodotto dalla statunitense Textron, lavorazioni 3D nello stabilimento Ge La ricerca condotta dal Politecnico con Avio Aero . «Grandi prestazioni dal motore Atp»
C’è molta Puglia nella nuova linea di aerei Cessna Denali, piccoli turboelica (tra 10 e 20 passeggeri), che saranno prodotti dalla società Usa, Textron. Il suo motore, infatti, di nuova generazione, l’Advanced turboprop (Atp) di General Electric (Ge), da 1300 cv, è stato progettato in Europa e varie componenti si sono sviluppate in Italia, in particolare in Puglia.
A fine dicembre, a Praga, ha superato con successo il primo test. Passa così dalla fase di progettazione e sviluppo a quella di certificazione, prevista per il 2020. Si apre così un nuovo capitolo della propulsione aeronautica, su cui Ge Aviation sta investendo circa 400 milioni di dollari. In particolare, il team di design e sviluppo prodotto risiede tra Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Germania. La produzione sarà spalmata tra le aziende del gruppo in base al peso avuto nel progetto. Le attività di sviluppo sono coordinate dalla sede di Rivalta di Torino, assemblaggio e test si eseguono a Praga, mentre la produzione dei componenti tramite stampa 3D avverrà nello stabilimento Ge di Brindisi, dove sono state già installate le prime macchine e la produzione potrà iniziare entro fine anno. L’Atp, infatti, è il primo turboprop con parti realizzate con tecnologia laser Dmlm «additive manufacturing» (stampa 3D), tredici in tutto, che hanno permesso di ridurre peso e componenti del motore (di circa il 30%).
La produzione industriale corona il progetto di ricerca, concluso di recente, condotto con Avio Aero dal Politecnico di Bari nel laboratorio (ex Scianatico), composto da una ventina di ingegneri Ge, una quindicina del Distretto tecnologico aerospaziale e altrettanti ricercatori universitari, coordinati da docenti del Politecnico. La struttura, in cui collaborano pubblico e privato, è nata grazie al Protocollo di intesa firmato a marzo 2016 da Avio Aero, Ministero dello Sviluppo e Regione, e ai Contratti di programma che la Giunta regionale ha riconosciuto ad Avio Aero sia per il progetto nel Politecnico, da oltre 30,2 milioni di euro (di cui 17,6 di agevolazione pubblica), che per quello nella sede di Brindisi (da 65,2 milioni di euro di cui 20,4 pubblici), per realizzare, tra l’altro, impianti per tecnologie innovative di riparazione dei motori aerospaziali.
«Tutta la parte di controllo del motore Atp, la centralina elettronica che riceve i comandi del pilota e controlla il funzionamento del motore – riferisce Francesco Cupertino, responsabile scientifico del Laboratorio del Politecnico – è stata sviluppata qui da noi, in un paio d’anni. Per progettarla ci siamo serviti di un banco di prova che ne verifica il funzionamento collegandola a un computer che simula il motore. L’ultimo passaggio, concluso con successo a Praga, è stata la verifica della centralina sul motore reale». «La qualità del funzionamento di un motore – chiarisce Cupertino - dipende molto dalla qualità del sistema di controllo, che ne determina emissioni e prestazioni. L’Atp, rispetto ad altri motori montati su veicoli analoghi, assicurerà prestazioni superiori, meno emissioni, più efficienza e meno consumi». Ma la collaborazione con Avio riguarda anche la riparazione di componenti aeronautici finora non riparabili, con nuove tecnologie basate su due tecnologie additive in uso nel laboratorio: una con laser e l’altra con cold spray (deposizione di polveri metalliche a freddo), utilizzate a seconda dei materiali da riparare:
«Quando un componente era usurato – spiega Cupertino - andava sostituito. Noi siamo i primi ad applicare in ambito aeronautico processi già noti per riparare il pezzo, garantendo prestazioni uguali, se non superiori, e un grande risparmio di materiale. Ge si sta attrezzando con macchine analoghe a Brindisi per farlo in larga scala già dal primo semestre dell’anno».
Per il futuro si prevedono nuovi progetti nel Laboratorio? «Niente di ufficiale per ora – dice Cupertino - ma tra i progetti di ricerca che stiamo vagliando c’è la propulsione ibrida ed elettrica per velivoli di mobilità urbana, come taxi per l’aeroporto o per il trasporto merci».