Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA PROMESSA DELLA BISTECCA
La propaganda elettorale è diventata assordante. I cittadini sono frastornati, sommersi come sono da promesse che sarà impossibile mantenere e che, rincorrendosi, hanno raggiunto ormai toni e livelli in bilico tra la tragedia e la farsa. C’è, perciò, anche chi ricorda il 1953 quando Corrado Tedeschi, ricco editore di un giornale di enigmistica, fondò il Partito della bistecca. Il cui programma era, naturalmente, «Grammi 450 di bistecca a testa assicurati giornalmente al popolo, frutta dolce e caffè». Il programma era goliardico ma il partito rimediò qualche voto e molti sorrisi. Anche se in quegli anni in Italia con la fame non si scherzava il nuovo partito non sfondò. In questa campagna elettorale quella delle bistecche è assolutamente in linea con le promesse di queste settimane, anche in Puglia. Per mantenere ciò che i leader a caccia di voti vanno promettendo sarebbero necessari oltre cento miliardi che , ovviamente, né ci sono, né ci saranno. In questi giorni a rendere più complicata la scelta stanno contribuendo anche la magistratura con indagini su illustri candidati accusati di corruzione e le inchieste giornalistiche sui furbetti del bonifico che facevano solo finta di restituire una parte dei ricchi emolumenti di parlamentare.
Nessuna meraviglia, quindi, se stando ai sondaggi , un terzo degli italiani non andrà probabilmente a votare e se molti sono ancora gli indecisi. Anche il vecchio invito a turarsi il naso prima di scrivere sulla scheda non sembra più convincente. Ricordo un vecchio e dotto professore del mio liceo che sotto elezioni rispolverava Tacito ed il suo
Capax imperii nisi imperasset. Frase che si affrettava a tradurre con «sarebbe capace di governare se non avesse già governato». Con il corollario: prima di scegliere bisogna vedere ciò che ha fatto quando ha governato. Benché formulato venti secoli fa il criterio sembra ancora valido. Una democrazia funziona solo se i cittadini hanno memoria e se la usano per evitare che il voto sia frutto dell’emozione o della paura del momento. Peraltro, nell’attuale situazione si tratta di un principio assolutamente bipartisan, anzi tripartisan dato lo scenario politico. Quasi tutti hanno governato ai diversi livelli istituzionali e sono quindi giudicabili. Hanno governato le sigle ed hanno governato le persone. Qualcuno ha fatto meglio, qualcuno ha fatto peggio ma tutti hanno fatto o non hanno fatto qualcosa. Tacito ce l’aveva con Galba, il suo imperatore, oggi , per fortuna, siamo in democrazia ed abbiamo solo l’imbarazzo della scelta.