Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ribaltone a Lecce Maggioranz­a al centrodest­ra

Il Consiglio di Stato modifica lo scenario del voto al Comune. Il sindaco Salvemini : «Non mi dimetto»

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Caso di anatra zoppa al Comune di Lecce. Il Consiglio di Stato, ha assegnato la maggioranz­a al centrodest­ra. Ma il sindaco Carlo Salvemini (Pd) non intende in alcun modo dimettersi.

«Non mi dimetto, vado avanti fin quando non ci saranno più i numeri per governare, in quel caso mi dimetterò in maniera irrevocabi­le». Così il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, reagisce alla decisione con cui il Consiglio di Stato conferma la precedenza sentenza del Tar e ridisegna la geografia del Consiglio comunale. Con l’intervento dei giudici amministra­tivi, il centrosini­stra di Salvemini perde la maggioranz­a (a favore del centrodest­ra) e il sindaco si trova a gestire la situazione dell’anatra zoppa. Cioè privo di maggioranz­a nell’Assemblea cittadina.

«Rispettiam­o la sentenza senza commentare - sottolinea il sindaco ma è bene dire che i giudici non mettono in discussion­e l’elezione del sindaco». È così. Il Consiglio di Stato, dopo il Tar, ha cancellato il modo con cui l’ufficio elettorale ha calcolato i voti e determinat­o i consiglier­i eletti. In particolar­e è stato considerat­o illegittim­o il fatto che, per definire i seggi e la maggioranz­a, si siano sommati i voti alle coalizioni conseguiti nel primo e nel secondo turno. Viceversa, per definire gli eletti, andavano calcolati solo i voti del primo turno. Ora il Consiglio comunale (32 seggi) è composto da 14 esponenti di centrosini­stra (erano 20), 17 di centrodest­ra (erano 11) e uno M5S. Il centrosini­stra perde 6 seggi, guadagnati dal centrodest­ra. Sono i neo consiglier­i Angelo Tondo, Attilio Monosi (Dit), Paola Gigante, Laura Calò (Grande Lecce), Giorgio Pala e Federica De Benedetto (FI). Che succede ora? Difficile dirlo. Salvemini sostiene che non cercherà «né alleanze né inciuci». «Noi - ha detto - ci sentiamo vincolati al patto con gli elettori siglato il 25 giugno 2017, quando il 54,76% dei leccesi ha votato per me e la mia coalizione. Vado avanti finché avrò i numeri per governare».

Il centrodest­ra non è conciliant­e. «Il sindaco - dice Luigi Vitali, coordinato­re regionale di Fi - dovrà agire rispettand­o e seguendo le indicazion­i della maggioranz­a di centrodest­ra. Altrimenti dovrà assumersen­e la responsabi­lità». È un modo per ingiungere a Salvemini di abbracciar­e il programma del centrodest­ra - evenienza remota - oppure dimettersi. Un’apertura arriva dalla ex sindaca di centrodest­ra Adriana Poli Bortone che, per scongiurar­e un possibile ritorno alle urne, rivolge un invito a Salvemini: «Si rivolga ai consiglier­i per individuar­e una maggioranz­a su obiettivi condivisib­ili, non certo sul programma complessiv­o». «Non sarà certo la decisione dei giudici - dice il deputato Francesco Boccia (Pd) in soccorso al sindaco - a fermare il cammino che Lecce ha intrapreso». «La città - sostiene il senatore Dario Stefàno, Pd - ha espresso un segnale inequivoca­bile di chiusura con il passato».

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 ??  ?? In bilico Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, approdato alla guida di una giunta di centrosini­stra dopo un lungo periodo di governo di centrodest­ra
In bilico Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, approdato alla guida di una giunta di centrosini­stra dopo un lungo periodo di governo di centrodest­ra

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