Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emergenza acqua, sì agli incentivi
Rubinetti a secco nei piani alti di quattro quartieri. Decaro: aiuti per le fasce deboli
In Consiglio comunale l’opposizione di centrodestra ha denunciato l’aggravarsi dell’emergenza acqua. E il sindaco è corso ai ripari annunciando l’istituzione di un fondo che permetterà ai Comuni di adeguare impianti e aiutare le fasce deboli.
Da un lato l’Acquedotto Pugliese fa sapere ai cittadini che «la pressione nelle reti di Bari è mediamente due volte il minimo garantito dalla Carta dei Servizi» e che è tenuto a «erogare il servizio al contatore». Dall’altra l’opposizione in Consiglio comunale attacca l’amministrazione chiedendo di «prevedere incentivi economici in favore di tutti i baresi che hanno bisogno di dotarsi di autoclave per l’approvvigionamento dell’acqua potabile». La guerra in salsa barese (interessa la gran parte dei 258 comuni pugliesi) scoppia nuovamente in Consiglio comunale dove, nella seduta di ieri, è stato presentato un ordine del giorno (bocciato dalla maggioranza) volto a prevedere un sostegno per gli impianti idrici necessari a «spingere» l’acqua fino ai piani più alti. Eventualità che il sindaco Antonio Decaro ha preso in considerazione chiedendo all’Aip (autorità idrica pugliese) di «istituire un fondo per tutti i comuni da utilizzare per i cittadini bisognosi di un sostegno per l’adeguamento degli impianti». «Sono intervenuto — spiega Filippo Melchiorre, consigliere d’opposizione di Fdi — su una questione che da mesi affligge interi quartieri della città di Bari: la mancanza di acqua. Le segnalazioni mi arrivano da diverse zone dal Libertà, a San Pasquale, compresa Madonnella, ma anche dal quartiere Marconi e dal Villaggio Trieste in particolare da cittadini che occupano appartamenti ai piani superiori. Sono costretti a lavarsi con acqua in bottiglia, chiedono di riempire secchi e damigiane dai condomini dei piani bassi, fanno il bucato nelle lavanderie automatiche (con i costi che ne derivano) e addirittura a farsi la doccia in palestra o a casa di parenti».
In verità, i primi disagi si sono avvertiti con la riduzione della pressione di fine 2017 a causa della siccità. «Proseguono — è scritto in un comunicato dell’Acquedotto di gennaio scorso — le restrizioni di pressione in rete, seppure in forma più attenuata, e nel rispetto dei minimi garantiti dalla carta dei servizi. Permane lo stato di emergenza: il livello di acqua presente negli invasi, utilizzati normalmente anche ai fini irrigui, rimane al di sotto del 50% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Giova ricordare che le riduzioni potrebbero causare disagi ai piani superiori negli stabili privi di idonei impianti di autoclave». «L’Acquedotto Pugliese — conclude Melchiorre — doveva ridurre la pressione idrica nelle reti solo per qualche mese, invece ci troviamo di fronte ad una situazione di emergenza con il Comune che fa finta di niente. Ho chiesto al sindaco di costituire con urgenza una task force per monitorare la situazione e di invitare gli amministratori di condominio a stipulare convenzioni con il Comune per garantire l’acquisto di autoclavi o impianti di risalita idrica».
Sul caso la posizione dell’amministrazione è chiara: in bilancio non ci sono risorse per finanziare interventi che, tra l’altro, sono previsti dal regolamento edilizio degli anni Novanta (era stato dato un anno di tempo per l’adeguamento sugli edifici già abitati di oltre tre piani). D’altronde, l’unica partita disponibile sarebbe quella sul capitolo sociale e risulta difficile sottrarre risorse all’assistenza per dirottarle su altri temi. E comunque l’iniziativa dovrebbe sostenere le famiglie in difficoltà.
Tuttavia, Decaro (in via preventiva) ha dato l’indicazione agli uffici di preparare un’ordinanza che è già in vigore a Foggia che, sostanzialmente, obbliga i cittadini a non sprecare le riserve idriche: non utilizzare l’acqua potabile per irrigare i giardini o per lavare le automobili.
La verità è che l’emergenza idrica, se non affrontata in tempi rapidi a livello regionale, rischia di esplodere nella prossima estate. Gli invasi sono al di sotto dei livelli standard. Nella sola diga di Monte Cotugno (comune lucano di Senise) risultano 84 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (da 199 a 115 milioni). In deficit anche le dighe di San Giuliano (-26 milioni) e Pertusillo (-17 milioni) e Basentello (-6 milioni).
Antonio Decaro Istituiremo un fondo per tutti i Comuni da utilizzare come sostegno