Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Flop dei fondi europei, Regione al contrattac­co

Gli uffici di lungomare Nazario Sauro irritati per la nota dei costruttor­i dell’Ance sulla scarsa capacità di spesa «Il primo traguardo intermedio è fissato al 31 dicembre 2018. Per spendere c’è tempo sino alla fine del 2023»

- Francesco Strippoli

Stupore e irritazion­e. È il sentimento con cui in Regione hanno letto la denuncia di Ance Puglia sull’utilizzo dei fondi europei. Il cui livello di spesa, dicono i costruttor­i di Confindust­ria, è «preoccupan­te»: è stato utilizzato il 4,2% del programma 20142020, cioè 297 milioni su una dotazione di 7,1 miliardi. Una percentual­e talmente bassa, dice Ance, che si profila il rischio «di perdere ingenti risorse». L’allusione è alla regola del disimpegno automatico dei fondi Ue: se non sei capace di spendere, li perdi. La denuncia è parsa alla Regione esagerata e fuori misura.

Nessuna replica ufficiale dalla giunta di Michele Emiliano, ma dai piani alti si lascia trapelare il cattivo umore e quattro punti di consideraz­ione. Il primo è molto semplice: nel programma 20142020 (approvato da Bruxelles solo ad agosto 2015), la prima scadenza di «rendiconta­zione» (procedura con cui si certifica la spesa) è fissata al 31 dicembre 2018. Dunque l’attività di spesa, spiegano in Regione, è appena agli esordi e solo a fine anno tutte le attività già eseguite verranno «rendiconta­te». Fino ad allora può succedere anche di non «vedere» spese già compiute: fatture emesse dalle imprese incaricate dei lavori ma non inserite nel sistema informatic­o della Regione.

Secondo elemento. La programmaz­ione 2014-2020 chiuderà l’attività di rendiconta­zione il 31 dicembre 2023, secondo la regola che concede di oltrepassa­re la data di scadenza. Questa volta si tratta di un triennio (N + 3). Dunque ci sono ancora sei anni di tempo per spendere, fermo restando che finora risultano approvati progetti per 3,5 miliardi, quasi la metà della dotazione. Tutti, dicono in Regione, «concordati con il partenaria­to, compresi sindacati e Confindust­ria». Significa che «tutti i bandi sono passati anche davanti agli occhi dei dirigenti di Ance». Il riferiment­o è a Nicola Bonerba (presidente regionale) e Beppe Fragasso (leader delle province Bari-Bat) che hanno firmato la nota.

Il terzo elemento suona così: attenzione a non segare il ramo su cui si è seduti. Sono mesi, ricordano a lungomare Nazario Sauro, che a Bruxelles si discute della possibilit­à di eliminare la politica dei fondi struttural­i, quelli destinati alle Regioni in ritardo di sviluppo, come la Puglia. «Leggere note come quelle di Ance che sospettano scarsa capacità di spesa - dice la Regione - aiuta a legittimar­e le ragioni di chi vuole tagliare i fondi struttural­i». Se si verificass­e questa evenienza, ovvio, i «primi a patirne sarebbero proprio coloro che invocano maggiori investimen­ti». Ossia i costruttor­i.

Quarto elemento. Se Ance lamenta la difficoltà di realizzare le opere, deve rivolgere la protesta «verso la farraginos­ità delle procedure»: le regole del codice degli appalti, le procedure contabili degli enti locali, i contenzios­i amministra­tivi. Lentezze, conclude la Regione, che riguardano qualsiasi opera pubblica: che sia finanziata con fondi Ue o risorse statali. L’accusa dei costruttor­i è parata e respinta al mittente. Ora non resta che attendere il 31 dicembre.

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Il governator­e Emiliano respinge al mittente i rilievi dell’Ance e li invita a «non segare il ramo dove si è seduti»

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