Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LOCAL-POPULISMO TARGATO SUD
Sta riscuotendo gran successo negli Stati Uniti un nuovo libro dal titolo eloquente The New Localism: How Cities Can
Thrive in the Age of Populism, Il nuovo localismo: come le città possono prosperare nell’età del populismo. Gli autori parlano di Pittsburgh, Indianapolis e Copenaghen ma molte delle loro riflessioni potrebbero adattarsi anche alle nostre città. Il tema che affrontano è semplice. I nuovi scenari economici e politici, a partire dalla globalizzazione e dal consolidamento di istituzioni sovranazionali come l’Unione Europea, hanno messo in crisi i poteri tradizionali ed il ruolo degli Stati nazione. Oggi, sono le città le vere artefici del proprio futuro. La competizione urbana diventa sempre più aspra perché le risorse che le città si contendono – capitali, imprese, famiglie e visitatori – sono date e, per definizione, scarse. Il governo centrale mette a disposizione gran parte delle risorse ma sono le città che esprimono la progettualità per trasformarle in sviluppo. Anche il welfare, indebolito dalla crisi fiscale dello Stato, si sposta progressivamente verso il locale. La competizione è dura soprattutto per le città del Mezzogiorno che devono non solo recuperare storici distacchi ma anche fare i conti con una classe dirigente non sempre adeguata.
Il localismo, anche e soprattutto in Italia, incontra spesso il populismo. Chi governa le città, e le regioni, ha bisogno di accrescere il consenso. Per certi aspetti il leader locale ha bisogno di consenso molto di più dei governanti nazionali perché è sottoposto al giudizio della gente che valuta chi la amministra nel quotidiano degli ospedali o dei trasporti. Molto spesso, anzi, il giudizio sul governo nazionale è il riflesso di quello dato sul sindaco o sul governatore. Cresce, perciò, lo sforzo quotidiano degli amministratori per acquisire ad ogni costo il consenso. Se una volta era la croce di cavaliere che non si negava a nessuno, oggi è la promessa che non si può rifiutare. Molti discorsi politici possono sembrare privi di senso ai più, l’importante è che siano bene accetti al piccolo gruppo di cittadini al cui voto il leader guarda. E’ il populismo dominante che proprio nelle dimensioni locali riesce a dare il meglio di sé. Il buon senso e la logica sembrano inermi soprattutto quando, nello spirito classico del localismo, si esaltano i pretesi diritti del luogo - in lotta contro un gasdotto sotterraneo-, o quelli di irresponsabili genitori contro i vaccini contrapponendoli alle ragioni degli altri. I più, ma lontani e irrilevanti.