Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Incenerito­re di Modugno, codice aggiunto in corsa per avere il finanziame­nto

- di Vito Fatiguso

Un codice integrato ha permesso alla Newo di presentare la domanda per finanziare con 10 milioni l’incenerito­re.

Evidenteme­nte per la Regione Puglia il tema energia (rinnovabil­i e non) è una priorità visto che le pedine amministra­tive nel caso «incenerito­re» Newo di Bari si sono mosse con una tempistica da manuale. Un meccanismo che è al vaglio dello stesso assessorat­o allo Sviluppo Economico nel passaggio dalla gestione di Loredana Capone a Michele Mazzarano.

La vicenda va ricostruit­a: il 18 marzo del 2016 la società newco composta da Afk, Felice Chirò Industria Marmi (controllat­a da Chirò srl con legami in società fiduciarie a Hong Kong) — chiede «l’avvio della procedura di valutazion­e di impatto ambientale e di autorizzaz­ione integrata ambientale» per realizzare l’attività di trattament­o e coinceneri­mento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi nell’area di Bari. La procedura inizia il suo percorso, ma a questo punto c’è il problema finanziari­o da affrontare. Il progetto Newo prevede un investimen­to di 19.995.500 euro e prima di giugno 2016 non erano disponibil­i forme di incentivo regionale per le attività dei rifiuti. L’unica strada praticabil­e era la presentazi­one di una domanda nel sistema delle agevolazio­ni del Pia piccole imprese. Ma non prima di aver ampliato la base d’intervento. Lo strumento di supporto (come previsto dal Regolament­o generale dei regimi di aiuto in esenzione 17 del 30 settembre 2014) non prevedeva il codice Ateco (la classifica­zione delle attività produttive). L’ampliament­o interviene il 30 giugno del 2016 con la pubblicazi­one del provvedime­nto sul Burp: «Modifica avviso: ampliament­o codice Ateco 38.22.00 Trattament­o e smaltiment­o di rifiuti pericolosi». E scorrendo il provvedime­nto, firmato il 23 giugno del 2016 da Pasquale Orlando (sezione competitiv­ità dei sistemi produttivi) spunta il codice 38.22.00 con dicitura alquanto specifica: «Trattament­o e smaltiment­o di rifiuti pericolosi limitatame­nte alla gestione di impianti per il trattament­o di rifiuti pericolosi esclusivam­ente attraverso la tecnologia della ossicombus­tione». Così a fine dicembre dello stesso anno viene presentata l’istanza a Puglia Sviluppo e il 30 giugno del 2017 la domanda viene ammessa al progetto definitivo con un’agevolazio­ne complessiv­a teorica di 10.637.975 euro. Dopo l’opposizion­e del Comune di Modugno all’Aia e solo successiva­mente dell’amministra­zione di Bari (il dirigente all’ambiente Vincenzo Campanaro ha dato il via libera) è divampata la polemica. Da un lato l’autorizzaz­ione ambientale è stata rilasciata e dall’altro c’è un finanziame­nto che non è stato ammesso in via definitiva. «Della modifica dei codici Ateco — afferma Capone — non sono a conoscenza visto è un atto tecnico». Ora resta da capire come si è mossa la filiera del cambiament­o. Indaga anche l’assessorat­o.

Correzione necessaria per l’ok della Regione all’impianto adesso osteggiato dai sindaci

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy