Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Damiani, il bancario con vista sui giovani
Barlettano, corre per la prima volta al Senato: «Young Act, ecco la carta vincente»
Ricominciare dal Sud, facendo leva su un’occupazione giovanile non precaria. È il primo obiettivo che promette di perseguire Dario Damiani, al debutto assoluto nella corsa parlamentare, candidato per Forza Italia al Senato nel collegio plurinominale Puglia 1. In politica dal ‘94, dal 2005 e per 13 anni è consigliere comunale nella sua città, Barletta. In Consiglio si occupa di materie finanziarie e tributarie, mentre ricopre vari ruoli nel suo partito (An, poi passerà al Pdl e, infine, a Fi). Dal 2009 al 2014, invece, è assessore provinciale al Bilancio. Come si risolleva l’occupazione giovanile?
«Con il “Young Act”, che Berlusconi intende proporre come primo provvedimento del governo di centrodestra. Ossia con la decontribuzione e detassazione per ben sei anni per le aziende che assumono giovani. La proposta gioverà soprattutto al Sud. Non si vedono più investimenti». In cosa è diversa dalle misure dei governi uscenti?
«Le riforme del centrosinistra non hanno funzionato perché hanno reso i giovani più precari. Lo dico da operatore di una banca del Sud, lavoro che svolgo da tanti anni. Un giovane con buste paga a progetto o a tempo determinato non può camminare con le proprie gambe».
I tagli alle tasse promessi si possono fare senza tagliare servizi?
«Ne sono convinto. La materia va certamente rivista. I dati parlano chiaro. La tassazione nazionale in questi anni è raddoppiata. Quella locale, triplicata. Bisogna alleggerire entrambe».
La Flat Tax non rischia di ridurre le tasse soprattutto ai più ricchi?
«No, anzi. Oggi dobbiamo ridare potere di acquisto soprattutto al ceto medio e allargarlo quanto più possibile. Colpire le fasce più ricche non fa recuperare soldi per rimettere in moto l’economia». Fi non ha già avuto le sue chance per fare tutto ciò?
«Le ha avute per un certo numero di anni, come il centrosinistra. Ma oggi siamo l’unica coalizione che può dare al Paese una maggioranza certa». E se non raggiungerete la maggioranza assoluta?
«Come Berlusconi, penso faremo un governo di scopo per una nuova legge elettorale». Come si è mossa la Regione sui temi Ilva e Tap? «Ha ingaggiato un braccio di ferro mediatico e giudiziale che non serve a nessuno. I territori vanno ascoltati. La Regione lo ha fatto male. Ambiente, mare e turismo per noi sono una priorità. Sul Tap siamo per il “no” così come sul parco eolico proposto nel Gargano».
Gargano minacciato anche dall’abusivismo. Sul condono Berlusconi non è stato equivoco?
«No, non è entrato nel merito. Ha solo fatto una proposta, non prevista nel programma, tirata fuori anche dai giornali che hanno posto il quesito».