Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Medici, donne, turniste di notte, malate di cancro L’Asl si mobilita
Le dottoresse in servizio al San Paolo. Protocollo di prevenzione
Cinque casi di tumore al seno diagnosticati ad altrettante dottoresse dell’ospedale San Paolo di Bari nell’arco di sei mesi, hanno indotto la Asl a predisporre uno speciale protocollo di prevenzione che sarà presentato domani. Ad allarmare il Servizio di Sorveglianza sanitaria, preposto alla tutela della salute e della sicurezza del personale ospedaliero, è stato il presunto nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del cancro. I cinque casi del San Paolo di Bari si sono registrati nei reparti di Anestesia-Rianimazione, Ginecologia e Radiologia.
Legami L’ipotesi è che ci sia un nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del tumore Vito Montanaro (Asl) La sorveglianza è un modo concreto per confermare l’attenzione verso le donne Gli esami Lo screening comprende visita senologica, ecografia e mammografia
Cinque casi di tumore al seno diagnosticati ad altrettante dottoresse dell’ospedale San Paolo di Bari nell’arco di sei mesi, hanno indotto la Asl a predisporre uno speciale protocollo di prevenzione che sarà presentato domani. Ad allarmare il Servizio di Sorveglianza sanitaria, preposto alla tutela della salute e della sicurezza del personale ospedaliero, è stato il presunto nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del cancro. Un’ipotesi che, seppure esclusa dall’Inail col diniego alla richiesta di riconoscimento della malattia professionale presentata dalle dottoresse del San Paolo, è comunque presente nella letteratura scientifica, anche se non universalmente accettata. È la stessa Asl, infatti, ad evidenziare l’esistenza di studi specifici eseguiti in Francia, Danimarca, Svezia, Canada e Stati Uniti, su una probabile correlazione tra tumori al seno e lavoro notturno. Quest’ultimo, nel 2013, è stato persino inserito dall’Iarc (Agenzia internazionale per le ricerche sul cancro), massima autorità mondiale in materia di studio degli agenti cancerogeni, al terzo posto nella scala dei fattori di rischio per l’insorgenza di neoplasie mammarie.
I cinque casi del San Paolo si sono verificati nei reparti di Anestesia-Rianimazione, Ginecologia e Radiologia, ma nello stesso ospedale, almeno altri quattro sono finiti sotto la lente d’ingrandimento del Servizio di Sorveglianza sanitaria. Ma perché ci si ammalerebbe svolgendo lavoro notturno? Secondo alcune ricerche, nelle donne colpite dalla malattia vi è una riduzione dei livelli ematici della melatonina. Questo ormone, prodotto con il buio, dunque in prevalenza nelle ore notturne, ha accertate proprietà anti-ossidanti, protettive per l’organismo. Alcuni studiosi pensano che la connessione tra cancro e attività lavorativa notturna possa essere, perciò, legata al meccanismo indotto dall’esposizione prolungata alla luce artificiale durante la notte. Ciò comporterebbe una ridotta produzione di melatonina e una iperproduzione degli ormoni estrogeni (estradiolo).
L’attenzione dei ricercatori si è anche focalizzata sull’alterazione del ciclo circadiano (sonno-veglia) come possibile causa di indebolimento del sistema immunitario. Dopo il rigetto delle richieste di riconoscimento della malattia professionale da parte dell’Inail, i cui accertamenti si sono concentrati essenzialmente sul rischio connesso alle radiazioni ionizzanti, la Asl di Bari si è impegnata nella messa a punto del protocollo di prevenzione, recependo la proposta del Servizio di Sorveglianza sanitaria. Il programma, dapprima limitato all’ospedale San Paolo, sarà esteso a tutte l’azienda, e prevede di sottoporre le lavoratrici che effettuano i turni di notte, senza limiti di età, ad uno screening che comprende visita senologica, ecografia mammaria e mammografia. Quest’ultimo esame sarà eseguito solo sulle donne che hanno superato i 39 anni di età.
Il progetto sarà presentato ufficialmente domani, giorno in cui si celebra la Festa della donna, all’ospedale San Paolo, alla presenza del presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, del direttore del dipartimento Politiche della salute e benessere, Giancarlo Ruscitti, del direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, del direttore sanitario, Silvana Fornelli, del primario di Radiodiagnostica–Senologia, Paola D’Aprile, e del dirigente del Servizio di Sorveglianza sanitaria, Francesco Polemio. «L’integrazione del protocollo di sorveglianza per la parte che concerne le lavoratrici abitualmente impegnate nei turni di notte – spiega Vito Montanaro – è un modo concreto per confermare l’attenzione verso le donne».