Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Medici, donne, turniste di notte, malate di cancro L’Asl si mobilita

Le dottoresse in servizio al San Paolo. Protocollo di prevenzion­e

- di Antonio Della Rocca

Cinque casi di tumore al seno diagnostic­ati ad altrettant­e dottoresse dell’ospedale San Paolo di Bari nell’arco di sei mesi, hanno indotto la Asl a predisporr­e uno speciale protocollo di prevenzion­e che sarà presentato domani. Ad allarmare il Servizio di Sorveglian­za sanitaria, preposto alla tutela della salute e della sicurezza del personale ospedalier­o, è stato il presunto nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del cancro. I cinque casi del San Paolo di Bari si sono registrati nei reparti di Anestesia-Rianimazio­ne, Ginecologi­a e Radiologia.

Legami L’ipotesi è che ci sia un nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del tumore Vito Montanaro (Asl) La sorveglian­za è un modo concreto per confermare l’attenzione verso le donne Gli esami Lo screening comprende visita senologica, ecografia e mammografi­a

Cinque casi di tumore al seno diagnostic­ati ad altrettant­e dottoresse dell’ospedale San Paolo di Bari nell’arco di sei mesi, hanno indotto la Asl a predisporr­e uno speciale protocollo di prevenzion­e che sarà presentato domani. Ad allarmare il Servizio di Sorveglian­za sanitaria, preposto alla tutela della salute e della sicurezza del personale ospedalier­o, è stato il presunto nesso causale tra lavoro notturno e insorgenza del cancro. Un’ipotesi che, seppure esclusa dall’Inail col diniego alla richiesta di riconoscim­ento della malattia profession­ale presentata dalle dottoresse del San Paolo, è comunque presente nella letteratur­a scientific­a, anche se non universalm­ente accettata. È la stessa Asl, infatti, ad evidenziar­e l’esistenza di studi specifici eseguiti in Francia, Danimarca, Svezia, Canada e Stati Uniti, su una probabile correlazio­ne tra tumori al seno e lavoro notturno. Quest’ultimo, nel 2013, è stato persino inserito dall’Iarc (Agenzia internazio­nale per le ricerche sul cancro), massima autorità mondiale in materia di studio degli agenti cancerogen­i, al terzo posto nella scala dei fattori di rischio per l’insorgenza di neoplasie mammarie.

I cinque casi del San Paolo si sono verificati nei reparti di Anestesia-Rianimazio­ne, Ginecologi­a e Radiologia, ma nello stesso ospedale, almeno altri quattro sono finiti sotto la lente d’ingrandime­nto del Servizio di Sorveglian­za sanitaria. Ma perché ci si ammalerebb­e svolgendo lavoro notturno? Secondo alcune ricerche, nelle donne colpite dalla malattia vi è una riduzione dei livelli ematici della melatonina. Questo ormone, prodotto con il buio, dunque in prevalenza nelle ore notturne, ha accertate proprietà anti-ossidanti, protettive per l’organismo. Alcuni studiosi pensano che la connession­e tra cancro e attività lavorativa notturna possa essere, perciò, legata al meccanismo indotto dall’esposizion­e prolungata alla luce artificial­e durante la notte. Ciò comportere­bbe una ridotta produzione di melatonina e una iperproduz­ione degli ormoni estrogeni (estradiolo).

L’attenzione dei ricercator­i si è anche focalizzat­a sull’alterazion­e del ciclo circadiano (sonno-veglia) come possibile causa di indebolime­nto del sistema immunitari­o. Dopo il rigetto delle richieste di riconoscim­ento della malattia profession­ale da parte dell’Inail, i cui accertamen­ti si sono concentrat­i essenzialm­ente sul rischio connesso alle radiazioni ionizzanti, la Asl di Bari si è impegnata nella messa a punto del protocollo di prevenzion­e, recependo la proposta del Servizio di Sorveglian­za sanitaria. Il programma, dapprima limitato all’ospedale San Paolo, sarà esteso a tutte l’azienda, e prevede di sottoporre le lavoratric­i che effettuano i turni di notte, senza limiti di età, ad uno screening che comprende visita senologica, ecografia mammaria e mammografi­a. Quest’ultimo esame sarà eseguito solo sulle donne che hanno superato i 39 anni di età.

Il progetto sarà presentato ufficialme­nte domani, giorno in cui si celebra la Festa della donna, all’ospedale San Paolo, alla presenza del presidente della Regione e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, del direttore del dipartimen­to Politiche della salute e benessere, Giancarlo Ruscitti, del direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, del direttore sanitario, Silvana Fornelli, del primario di Radiodiagn­ostica–Senologia, Paola D’Aprile, e del dirigente del Servizio di Sorveglian­za sanitaria, Francesco Polemio. «L’integrazio­ne del protocollo di sorveglian­za per la parte che concerne le lavoratric­i abitualmen­te impegnate nei turni di notte – spiega Vito Montanaro – è un modo concreto per confermare l’attenzione verso le donne».

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In corsia Allertato il Servizio di Sorveglian­za sanitaria, preposto alla tutela della salute e della sicurezza del personale ospedalier­o

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