Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano e Cassano a carte scoperte

Il governator­e studia l’assalto alla segreteria Pd. L’ex senatore di FI sfida Decaro con 5 civiche

- di Francesco Strippoli con un articolo di Del Vecchio

«Vediamo». E’ la risposta data dal governator­e Emiliano a chi gli chiedeva, ieri, di una possibile candidatur­a alla segreteria nazionale del Pd. Non è da escludere la discesa in campo del governator­e, che intanto vede esplodere tra le sue mani la grana Taranto dopo le scintille ad opera del sindaco Melucci. Proprio il primo cittadino ha «licenziato» dalla giunta l’assessore alla cultura Franco Sebastio, vicino ad Emiliano ed ex procurator­e capo ai tempi dell’inchiesta Ilva. In Forza Italia, intanto, Massimo Cassano prepara il terreno per le Comunali 2019 e le Regionali 2020 con la presentazi­one di sette liste civiche.

L’esame Iscritto al partito da pm, il 17 aprile il caso Emiliano alla Consulta

Forse sì o forse no. Michele BARI Emiliano si potrebbe ricandidar­e alla guida del Pd, ma potrebbe anche farne a meno. L’incertezza è la cifra di queste giornate politiche. Tutto si gioca in maniera triangolar­e tra ciò che succede nella convulsa partita per la formazione del governo, quello che si riverbera nei partiti e ciò che si ripercuote in periferia. Il Pd domani, con la Direzione, apre la stagione congressua­le. Sono arrivate le prime candidatur­e a segretario. Il governator­e, solitament­e disposto a dare battaglia, stavolta nicchia. «Non è ancora cominciata la procedura del congresso, vediamo». Così ha risposto ai cronisti, a margine della presentazi­one del Bif&st. La sensazione è che Emiliano stia giocando un’altra partita: piuttosto che la guida del partito, gli interessa imprimere una vigorosa spinta a fare in modo che il Pd sostenga un governo 5 Stelle e rinunci alla tentazione di appoggiare un esecutivo a guida leghista. «Sto aspettando di vedere chi parla sull’apertura di Salvini al Pd – ha aggiunto – perché poi avrà a che fare con me». Il tono è ironico, ma la sostanza non cambia. . Intanto allunga lo sguardo alla Consulta che il 17 aprile esaminerà una norma che lo riguarda: quella sulla impossibil­ità per i magistrati di iscriversi ai partiti politici.

Il confronto interno al Pd ha causato l’allontanam­ento del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dalla corrente emilianist­a Fronte Dem. Il primo cittadino non vuole accasarsi con i 5 Stelle, favorevoli alla chiusura dell’Ilva. Mentre il governator­e sospetta che dietro la sua decisione si nasconda l’arrivo del ministro Carlo Calenda (tra i più attivi nel dossier Ilva) sul proscenio del Pd. Melucci ha sdegnosame­nte respinto l’insinuazio­ne. «Se lascio Fronte Dem – ha spiegato – è perché la guerra tra correnti a Taranto ha danneggiat­o il lavoro della macchina comunale». Sia come sia, il sindaco ha revocato Franco Sebastio dal ruolo di assessore (alla Cultura). Stiamo parlando dell’ex procurator­e capo di Taranto (ha avviato l’indagine sull’Ilva), amico di Emiliano e da questi invitato a sostenere Melucci al ballottagg­io. Revocato perché amico del governator­e? Macché, replicano dal Comune, si tratta di far posto a nuovi ingressi. La delega alla Cultura verrà trattenuta dal sindaco. A dicembre aveva mollato anche Anna Maria Franchitto, assessora al Personale, mai sostituita. Ora Melucci ha due posti in giunta per ridare smalto alla sua giunta: uno spetterà al Pd («decida il partito» dice il sindaco) e l’altro probabilme­nte all’area dell’ex dem Piero Bitetti.

A proposito di giornate convulse. Ha sollevato un polverone la proposta del consiglier­e regionale Fabiano Amati (Pd) di aprire un’interlocuz­ione con FI e fittiani per portare a termine «due-tre punti» qualifican­ti per la fine di legislatur­a in Regione. I forzisti non chiudono e risulta che i fittiani siano pronti a discuterne. Sembra che un punto di apertura si possa aprire anche al Comune di Lecce. «Nessun accordo – commenta il capogruppo fittiano in Regione, Ignazio Zullo – ma neppure una qualsivogl­ia manifestaz­ione di interesse. Rimaniamo coerenteme­nte all’opposizion­e rispettand­o il mandato che gli elettori ci hanno dato e rimandando al mittente sia gli appelli di Amati, sia eventuali inciuci con Emiliano». Reazioni anche da Leu. «Se la linea del Pd – dice Ernesto Abaterusso – è quella suggerita da Amati ed attuata in tante realtà da Emiliano, ovvero accordarsi con la destra per frenare il populismo dei 5 Stelle, l’esperienza della maggioranz­a della giunta Emiliano per Leu si ferma qui».

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Protagonis­ti In alto l’ex procurator­e Franco Sebastio, sotto il sindaco Melucci con Emiliano

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