Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Faccincani e i colori della (sua) Bari
«L’immensità della luce» è la mostra dell’artista che fa risplendere la città Racconta: «Ogni quadro nasce sempre da un’attenta osservazione»
I dati La personale è visitabile fino al 25 marzo dalle 9 alle 19 Accesso gratuito
C’è chi l’ha definito maestro della natura, del colore o della bellezza. Poi ci sono quelli che ne hanno parlato come del pittore capace di tradurre il turismo in un quadro. Tutto vero, ma anche tutto molto poco quando si parla di Athos Faccincani.
La vastità degli orizzonti e delle prospettive dell’artista di Peschiera del Garda, infatti, si coglie nel lungo percorso, nella profondità e ricchezza della carriera. E si percepisce anche dalla mostra inaugurata ieri nel colonnato della Città metropolitana: 30 dipinti a olio su tela «tra i più rappresentativi del nostro territorio», per usare le parole del curatore Giuseppe Benvenuto. «L’immensità della luce» è il titolo della mostra, aperta fino al 25 marzo, sempre gratuitamente, dal lunedì al sabato, in orario compreso tra le 9 e le 19, e la domenica tra le 9 e le 13. Ed è la luce a dare forma ai colori di Bari, tutti presenti nelle opere di Faccincani. La luce fa risplendere il teatro Petruzzelli e il lungomare. Lo stesso autore è intervenuto ieri all’inaugurazione, assieme al critico d’arte Gianfranco Terzo, alla consigliera delegata ai Beni culturali della Città metropolitana Francesca Pietroforte e a Giuseppe Benvenuto.
«Ogni quadro – ha detto Faccincani – nasce sempre da un’attenta osservazione. Di qui la voglia di dare un’anima al luogo, di infondergli la gio- ia, la luce, il sole, i colori; perché debba parlare di sé a chi lo guarda esprimendo, attraverso la mia fantasia, il suo sogno». Fantasia e sogno che sanno raccontare meglio di mille parole le tipicità, gli scorci, la sensibilità del sud Italia, a cui la pittura dell’artista, di derivazione impressionista, è particolarmente legata. «Io amo il nostro Sud – prosegue Faccincani – terra di cultura e di grandi paesaggi naturali. E sono molto legato alla Puglia in particolar modo, per le sue bellezze autentiche, come ne ho viste in poche parti del mondo. Ma anche per la sua luce, per l’ottima cucina, e per la particolare cordialità dei pugliesi».
Ecco allora, tra le due imponenti sculture del molfettese Giulio Cozzoli, il marinaio e l’agricoltore, le 30 opere dell’artista. «Ci sono il mare – afferma Francesca Pietroforte – le case colorate sui porti, il bianco della pietra, la natura accesa nelle sue sfumature più intense, il cielo terso. Tutto ci parla di Mediterraneo, tutto ci parla di noi».
Anche se, si badi bene, la poetica di Faccincani non è solo vivacità e colori. Lo spiega bene Gianfranco Terzo, per il quale «una osservazione attenta e più profonda ci svelerà le ombre della sensibilità di un animo umano che ha attraversato il baratro del male di vivere attraverso il rapporto diretto con coloro che occupano i margini della società». Il maestro della natura, del colore e della bellezza, quindi. Ma anche della multiforme realtà. In ogni suo angolino, anche quello più recondito.