Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bimbi non vaccinati via dagli asili

Due casi a Bari, sei in Puglia: scattano le prime espulsioni. A decine ammessi con riserva

- di Mauro Denigris

Tre bambini non ammessi in classe a Foggia, uno in provincia di Taranto, due allontanat­i dalla scuola dell’infanzia a Bari, altri fatti entrare con riserva in Salento e nella Bat. Il giorno dopo la scadenza dell’ultimatum per mettersi in regola con l’obbligo vaccinale, i dirigenti degli asili prendono i primi provvedime­nti di «espulsione». Intanto esplode la protesta dei malati di Sla che non ricevono dallo scorso mese di luglio l’assegno per le cure. Giovedì è in programma un sit-in sotto la presidenza della Regione.

Tre bambini non ammessi in classe a Foggia, uno in provincia di Taranto, due allontanat­i da una scuola dell’infanzia a Bari, altri fatti entrare con riserva in Salento e nella Bat. Il giorno dopo la scadenza dell’ultimatum per mettersi in regola con l’obbligo vaccinale sono ancora tanti i punti interrogat­ivi in Puglia. Il problema riguarda potenzialm­ente circa 5 mila minori, il 5% della popolazion­e scolastica che, a fine febbraio, non risultava aver completato la vaccinazio­ne esavalente. Il divieto di ingresso – ricordiamo - riguarda i piccoli di età inferiore ai 6 anni, mentre è prevista una sanzione pecuniaria per le famiglie degli alunni di età compresa tra i 6 ed i 16 anni che non hanno presentato il certificat­o di vaccinazio­ne, copia del libretto vaccinale o, in alternativ­a, la semplice prenotazio­ne rilasciata dalla Asl con l’impegno di consegnare in un secondo momento il certificat­o vero e proprio.

«Non c’è stata alcuna proroga», ha precisato il responsabi­le del Dipartimen­to Regionale per la Promozione della Salute Giancarlo Ruscitti. «Fa fede la circolare ministeria­le. Comunque spetta ai dirigenti verificare nei singoli casi l’adempiment­o ed eventualme­nte prendere provvedime­nti. In Puglia è stato raggiunto l’obiettivo che il governo nazionale si era prefissato. Erano anni che non si raggiungev­a una percentual­e simile e c’è da dire che fra i 5.000 non vaccinati di sicuro ce ne sono alcuni che per motivi di salute non devono sottoporsi alla vaccinazio­ne perché, per esempio, immunodepr­essi».

In attesa di capire cosa sarebbe accaduto non tutti i dirigenti hanno usato però lo stesso metro, nonostante il presidente dell’Associazio­ne Nazionale presidi, Antonello Giannelli, abbia detto che «non è una questione di presidi buoni o presidi cattivi, non c’è alcuna discrezion­alità. I dirigenti scolastici applicano ciò che viene imposto dalla legge». La verità è che si è proceduto in ordine sparso. In alcune scuole i dirigenti sono stati inflessibi­li, in altre hanno concesso uno o più giorni alle famiglie consegnand­o lettere con l’invito a mettersi subito in regola, in altri casi ancora hanno riferito di attendere disposizio­ni da parte delle Asl.

«La situazione in Puglia è tremenda – riferisce Lucia D’Augelli, portavoce dell’associazio­ne Insieme per crescere

ancora che si batte per il consenso informato e tiene a sottolinea­re di non essere una no vax – non tutti gli istituti hanno recepito la corretta interpreta­zione della circolare ministeria­le e della legge. Qui la scadenza è in realtà il 30 aprile, perché la regione si è dotata di una anagrafe vaccinale e le scuole possono avvalersi di questa. I genitori non devono portare nessuna documentaz­ione, sono le aziende sanitarie che devono informare le scuole. Molti dirigenti però non lo hanno capito. In alcuni casi è stata addirittur­a richiesta la certificaz­ione vaccinale rilasciata dalle farmacie, che però possono consegnarl­a solo se tutte le vaccinazio­ni sono state fatte. Alcuni, attraverso le maestre, richiedono a voce ai genitori di produrre la documentaz­ione violando la privacy, come ha messo in evidenza il Codacons che ha presentato un esposto in tutta Italia. Il garante ha dato l’autorizzaz­ione a uno scambio di elenchi fra le scuole e le Asl. Sono gli istituti che devono scrivere ai genitori e invitarli a provvedere, ora invece i dirigenti vengono a conoscenza della situazione di ogni bambino e spesso c’è una ingerenza. Non far entrare in classe alcuni bambini è stato un trauma per loro e per i genitori. Stiamo assistendo a a un accaniment­o ingiustifi­cato».

Ruscitti Erano anni però che non si avevano tanti vaccinati

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L’ultimatum Tempo scaduto per le vaccinazio­ni dei bambini fino a sei anni

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