Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

TARANTO, L’ILVA E LA TRASPARENZ­A

- di Sergio Talamo

La primavera si avvicina a grandi passi, e anche a Taranto le stagioni cambiano bruscament­e. Ma una primavera politica ha bisogno di trasparenz­a. Che al momento c’è solo in parte. Già, perché riguardo al caso dell’assessore Franco Sebastio, prima incoronato dal sindaco Rinaldo Melucci come simbolo dell’inchiesta anti-Ilva e ora defenestra­to, alcune risposte ci sono ed altre no. La situazione appare chiara sul lato strettamen­te politico, versante sul quale il sindaco non ha usato il politiches­e. La fraterna intesa con il governator­e Michele Emiliano (in cui Melucci sembrava un po’ il fratello minore), non esiste più, per una gestione del partito ritenuta verticisti­ca, conflittua­le e perdente. In conseguenz­a, fra i membri della giunta che a suo tempo sembrarono nominati a Bari, alcuni restano in sella perché ormai considerat­i da Melucci del tutto fidati; Franco Sebastio invece salta. Melucci, del resto, all’accordo con Emiliano aveva sacrificat­o la sua stessa maggioranz­a, traballant­e proprio per le accuse di essere “eterodiret­to” da Bari, mentre oggi scandisce: «Devo mettere al primo posto il territorio». Ciò che però non è ancora chiara è la cosa più importante: la posizione del Comune sul futuro industrial­e di Taranto. Finora, la Puglia aveva innalzato contro il governo un muro che neppure gli ungheresi di Orban. E il principale bersaglio era stato il ministro Carlo Calenda. Oggi che Calenda si iscrive al Pd, Melucci sente il bisogno di mandargli un messaggio di benvenuto, criticando Emiliano perché non fa altrettant­o. Caro sindaco, il ministro uscente non è un tecnico qualunque, è l’uomo che ha difeso allo stremo la nuova proprietà di Ilva a nome del governo Gentiloni. Come è possibile che oggi sia il benvenuto nel partito che lei si propone di rilanciare e guidare a livello jonico? Qui non si tratta di nomi o di volti più o meno simpatici. Si tratta di atti giudiziari con enorme impatto sul futuro della città. Entro due mesi il Tar del Lazio deciderà sul ricorso Regione Puglia-Comune di Taranto contro il decreto di Palazzo Chigi che ha approvato il nuovo piano ambientale dell’Ilva. Come può il sindaco rispondere su questo punto, «stiamo valutando?». Il Comune si ritira o no? E, se si, con quale strategia? Domandine non da poco. Finora il governator­e Emiliano ha dato la sgradevole sensazione di usare l’Ilva e Taranto per la sua carriera politica, e non il contrario. Sarebbe bene che il suo ex allievo Melucci non lo seguisse su questa strada.

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