Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le chat della paura al Libertà
«Non passate dal Redentore»: due canali Whatsapp per difendersi da clan e teppisti
In due chat Whatsapp i residenti del quartiere Libertà si scambiano consigli e si fanno raccomandazioni. «Dopo tante aggressioni avvenute nell’area pedonale del Redentore non voglio più passare di lì». È dal tono dei loro messaggi che si percepisce la paura di vivere nel quartiere. Soprattutto dopo l’aggressione di sabato scorso ai danni di un 52enne pestato da un gruppo di teppisti. È finito in ospedale con due costole rotte.
Libertà, dopo l’ultima aggressione create due reti Whatsapp
«Ho proibito alla mia famiglia BARI di passare di lì perché quella strada non è sicura, non è controllata ed è poco illuminata. Quel piazzale davanti al Redentore è un incubo e quando le mie figlie la sera tornano a casa dal lavoro sono assalita dal terrore». La preoccupazione scorre nelle chat di Whatsapp dei residenti del Libertà: sono le chat della paura, quelle in cui le mamme, i commercianti, gli anziani si scambiano consigli su come muoversi nel rione cercando di evitare le zone pericolose, quelle dove le scorribande di ragazzini, rampolli dei clan, sono più frequenti. Timori giustificati dalla recente aggressione ai danni di un 52nne pakistano che sabato scorso è finito in ospedale con due costole fratturate. Un pestaggio «a calci e pugni durato 5/6 minuti» (come riportato dalla denuncia fatta in Questura) e firmato dalla solita banda di teppisti. È avvenuto in via Don Bosco, a pochi passi dalla piazza del Redentore. Ma non l’unico caso. Ce ne sono altri ma le vittime hanno paura di denunciare. Alcuni evitano di uscire di casa e se lo fanno si guardano bene dal passare nella zona pedonale del Redentore, che pare sia diventata un «tormento».
«Lo spazio chiuso al traffico - scrive una mamma in una delle due chat - ha creato una zona franca dove si verificano episodi come quelli di cui siamo stati spettatori negli ultimi giorni». «È davvero un peccato che quella zona sia diventata così pericolosa - risponde una signora più anziana - io sono cresciuta lì e ho dei bellissimi ricordi. Un tempo in quella piazza sostavano gli artisti ora invece rappresenta l’incubo di tutti noi».
L’argomento dominante e ricorrente, il leitmotiv, dei messaggi è sempre lo stesso. Uno scambio quotidiano e costante in cui si percepisce anche rassegnazione: alcuni hanno pensato di vendere casa e trasferirsi altrove, altri continuano ad avere fiducia e a sperare in un cambiamento. Ci sono i commercianti che hanno chiuso le botteghe per disperazione o quelli che anticipano l’orario di chiusura dei propri negozi. Prima del coprifuoco.
Ci sono stati tanti sforzi fatti dall’amministrazione comunale (che proseguono tuttora) con iniziative nel quartiere che spesso hanno coinvolto i ragazzi per impedire loro di percorrere strade sbagliate. «Quella piazza è luogo di incontro di tante persone ha detto il sindaco Decaro al Corriere - ma non di giovani teppisti. Forse tra questi ce ne sarà qualcuno che rischia sin da giovanissimo di prendere una cattiva strada. Il nostro dovere di cittadini, prima che di amministratori è convincere quei “giovani teppisti”a vivere quella piazza in un altro modo», ha concluso.
Il comitato dei residenti ha più volte incontrato i rappresentanti delle forze dell’ordine alle quali è stata consegnata una sorta di «mappatura» delle zone che dovrebbero essere più monitorate. Il potenziamento del numero delle pattuglie sul territorio è stato «notato» da chi ci abita ma non è sufficiente, dicono. Quelle zone in realtà necessiterebbero, secondo i residenti, di un presidio fisso delle forze dell’ordine soprattutto la sera e nelle ore notturne. Quando gruppi di migranti (nel quartiere abitano anche in dieci in appartamenti di pochi metri quadri dove pagano l’affitto in nero) girano ubriachi, litigano per strada: le risse sono pressoché quotidiane. C’è poi da fare i conti con il clan del territorio, uno dei più temibili di Bari. Spaccio di droghe, scippi, rapine, estorsioni ai commercianti. Perché è anche con questo che il Libertà deve fare i conti.
Ho paura quando la sera le mie figlie tornano a casa dal lavoro Sono assalita dal terrore La baby gang Un uomo di 52 anni pestato vicino al Redentore. In ospedale con due costole rotte