Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Caos delle vaccinazioni altri nove bambini restano fuori dagli asili
Ancora ieri, come confermato dall’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Foggia, cinque bambini delle scuole dell’infanzia non sono stati ammessi in classe a Foggia. Un caso è stato segnalato anche in un nido di Barletta, altri due in un istituto del Tarantino e in uno del Leccese. Intanto l’Ufficio scolastico regionale ha inviato una nota chiarificatrice a tutte le scuole, precisando che gli elenchi di tutti i bambini vaccinati e non saranno disponibili a partire dalla fine del mese di marzo. A difendere i dirigenti scolastici, intanto, è la Cgil.
Se non è il caos poco ci manca. Tre giorni dopo la scadenza dell’ultimatum per mettersi in regola con l’obbligo vaccinale sono ancora tanti i punti interrogativi in Puglia. Al punto tale che l’Ufficio scolastico regionale ha ritenuto opportuno inviare una nota chiarificatrice a tutte le scuole in cui ricorda come comportarsi a seconda dell’età dei bambini: i piccoli da 0 a 6 anni i cui genitori hanno presentato anche solo l’autocertificazione entro il 10 marzo non hanno problemi, mentre gli altri rimangono iscritti ma non possono frequentare finché non si mettono in regola. Per i minori fino a 16 anni non è prevista l’interruzione della frequenza ma al massimo una sanzione pecuniaria da parte delle Asl, e comunque gli elenchi saranno disponibili attraverso un sistema telematico entro il 26 marzo.
Il direttore generale dell’Usr, Anna Cammalleri, ha addirittura nominato un referente per ogni provincia al quale i dirigenti scolastici possono rivolgersi. Nel frattempo nelle scuole si sta procedendo in ordine sparso. Alcuni direttori (pochi, in realtà) sono stati inflessibili, altri hanno concesso una proroga alle famiglie. Ancora ieri, come confermato dall’assessorato alla Pubblica istruzione del Comune, cinque bambini delle scuole dell’infanzia non sono stati ammessi in classe a Foggia. Un caso è stato segnalato in un nido di Barletta e altri due in un istituto del Tarantino e in uno del Leccese. I due piccoli, di origine straniera, che avevano avuto problemi lunedì a Bari, probabilmente per un difetto di comunicazione, sono invece stati riammessi a scuola.
I genitori coinvolti non hanno molta voglia di commentare: «Credo che in questo momento delicato sia meglio mantenere un profilo basso per tutelare al massimo i bambini», dice una mamma di Foggia. A parlare, invece, sono gli avvocati di una delle associazioni che rappresentano le famiglie: «Molti dirigenti continuano a violare la privacy usando ogni mezzo al fine di richiedere la prenotazione all’Asl o la certificazione vaccinale, affiggendo i nomi fuori dalle classi, lasciando bigliettini ai bidelli, chiamando sul posto di lavoro o comunicando di mettersi in regola tramite le maestre o le rappresentanti di classe – dice l’avvocato Fiorella Lionetti dell’associazione Insieme per Crescere Ancora -. Chiediamo un intervento delle autorità, come accaduto a Trani e Bisceglie dove si sono mosse le amministrazioni comunali, per assicurare la continuità nel percorso educativo».
A difendere i dirigenti scolastici è la Flc Cgil: «Non possono essere le scuole ad effettuare controlli di carattere sanitario – dice il segretario del sindacato Claudio Menga -. Per tutelare il personale scolastico che non può essere investito da compiti estranei o perfino antitetici rispetto alla propria funzione, la Flc Cgil nazionale ha anche impugnato, davanti al Tar Lazio, la circolare ministeriale applicativa del decreto legge».