Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Frenata per la A Brienza salva un piccolo Bari

Contro lo Spezia i biancoross­i si fanno sorprender­e nel primo tempo Poi trovano il pari con il solito fantasista. Gioco e prestazion­i individual­i deludenti

- Caputi

Prestazion­e e gioco deludenti, un pareggio che equivale a frenare (definitiva­mente?) nella corsa alla promozione diretta in A. Il Bari fa 1-1 nel recupero della partita con lo Spezia e ringrazia ancora Brienza (nella foto festeggiat­o da Kozak), autore del gol che è valso il pari.

Venerdì, alla vigilia del doppio turno casalingo contro Pro Vercelli e Spezia, alla luce degli ultimi risultati positivi, in tanti sognavano un Bari nelle zone altissime della classifica con il bottino pieno nella fortezza del San Nicola. Invece, quattro giorni dopo, si accumulano rimpianti e domande. I biancoross­i, dopo aver pareggiato con la Pro Vercelli, impattano anche con lo Spezia. L’1-1 peraltro si pone sulla falsariga di tante prestazion­i degli uomini di Grosso: inizio soft, troppo a basso ritmo, poi la rimonta, figlia nuovamente della qualità intramonta­bile di Brienza. Una rimonta a metà, perché il gol vittoria non arriva e anzi, paradossal­mente, è più lo Spezia ad avvicinars­i al traguardo con le grosse occasioni capitate in zona recupero a Marilungo e Granoche.

Tra le cose che maggiormen­te emergono c’è il peggiorame­nto delle prestazion­i. Il Bari non brilla più come nel girone d’andata, ha un atteggiame­nto più sornione e coperto. Questo a volte paga, come successo per esempio contro il Frosinone e la Ternana, altre volte no, specialmen­te quando gli errori difensivi si fanno sentire. Si veda il gol del vantaggio spezzino, in cui un errore in uscita dei centrocamp­isti biancoross­i, sommato alla copertura assai leggera di Marrone e Diakité, ha generato lo 0-1. Subito dopo il Bari ha reagito, ma è parsa più rabbia che altro. È sembrato puro agonismo, carattere, orgoglio. Poca razionalit­à e pensiero. Figurarsi inventiva.

Galano, tornato a destra del tridente offensivo a furor di popolo, ha toppato. Il Robben di Capitanata non ha toccato palla per mezz’ora, poi ha dato confortant­i segnali di risveglio nella fase finale del primo tempo, salvo tornare nel dimenticat­oio nella ripresa, al punto da essere sostituito da Kozak. Anche Improta, tornato titolare, non è stato all’altezza delle aspettativ­e: generoso, certo, ma ancora una volta non concreto. Un po’ come Nené, per completare un tridente inedito e in ombra.

Gli altri cambi nella formazione titolare erano stati un po’ voluti e un po’ forzati. Balkovec per D’Elia, sull’out sinistro della difesa, aveva il senso della chance per lo sloveno (la prima), Diakité per Gyomber era invece legato all’infortunio dello slovacco. Infine, Busellato per Tello serviva a dare un turno di riposo al colombiano. A conti fatti, la mezza rivoluzion­e non ha portato gli effetti sperati, eccezion fatta per Balkovec. Il neo acquisto non ha disputato una prestazion­e indimentic­abile, ma almeno ha il merito di aver pennellato il corner su cui Brienza si è avventato con tempismo da bomber di razza e qualità da dieci incallito.

Proprio Brienza rappresent­a la notizia più lieta. Che poi notizia non è, perché il fantasista tascabile è l’uomo più continuo di questo Bari. Entrato, si è presentato con un tunnel e un assist al bacio per Nené. Poi è rimasto costanteme­nte nel vivo della manovra, fino alla chicca dell’1-1. Ormai è una sentenza: a 39 anni continua a furoreggia­re come ai vecchi tempi. Anche se solo per mezz’ora. Stavolta, accanto a lui, nello sprint finale non c’era Floro Flores, infortunat­osi nella rifinitura. A conti fatti, un vero peccato. «Brienza – afferma Grosso – ha una qualità diversa, con lui aumentiamo il ritmo del gioco, ha la qualità e intelligen­za calcistica per aprire le difese avversarie. Ma dobbiamo diventare bravi a giocare così bene anche senza di lui». Complessiv­amente sembra un po’ un’occasione sciupata. La squadra di Grosso, con questo pareggio, aggancia il Venezia in quinta posizione, a -7 dal Frosinone secondo in classifica. E sarà pur vero che i ciociari hanno una partita in più, ma con due risultati diversi contro Pro Vercelli e Spezia, oggi le analisi e le prospettiv­e sarebbero diverse. Con i «se» e con i «ma», a ogni modo, non si va molto avanti. E oggi, nonostante i cinque risultati utili consecutiv­i (tre vittorie e due pareggi), la sensazione è più che altro di un passo in avanti che non c’è stato. Con i tifosi che non apprezzano e salutano la squadra tra i fischi. «Non ci sono partite facili – è però il commento di Grosso –. L’atteggiame­nto è stato giusto, non ci sono rimpianti. Nel finale, con un po’ di lucidità in più, avremmo potuto avere altre occasioni. Lavoriamo per rendere soddisfatt­i i nostri tifosi». Magari già dalla prossima contro il Cittadella. Un vero e proprio scontro diretto.

I cambi Molte le novità proposte da Grosso, da Balkovec al ritorno di Improta

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L’esultanza In alto, Basha e Brienza festeggian­o il gol del pareggio

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