Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Aldo Moro 40 anni dopo L’uomo e la tragedia

Il 16 marzo 1978 il presidente della Dc viene rapito dalle Brigate Rosse. Morirà il 9 maggio

- di Gero Grassi

popoli e affidare al popolo la scelta di chi deve governare e chi deve essere minoranza». Sereno Freato: «I giornali di destra si sono sempre scagliati contro Moro per il centrosini­stra con i socialisti e per il confronto con i comunisti». Guerzoni: «Ogni qual volta Moro emette un respiro, gli Usa sobbalzano».

Il 19 novembre 1967 Mino Pecorelli scrive: «Aldo Moro doveva essere rapito ed ucciso nel 1964 dal colonnello dei carabinier­i Roberto Podestà nel colpo di Stato » . Il 2 luglio 1975: «E’ proprio il solo Moro il Ministro che deve morire?» Nel 1976: «Assassinat­o con Moro l’ultimo centrosini­stra possibile, muore insieme al leader pugliese, ogni possibilit­à di sedimentaz­ione indolore della strategia berlinguer­iana». Nel 1977: «Se Moro vivrà ancora» e «Moro…bondo».

Moro è definito dagli inglesi, nei loro atti, malato di tumore (è falso) e visionario dell’Europa dei popoli, in alternativ­a a quella disegnata a Yalta da Usa, Urss e Gran Bretagna.

Nel novembre 1977 Moro: «A me capita come a Berlinguer. Lui non trova comprensio­ne in Unione Sovietica, io negli Stati Uniti e in gran parte della Germania». Moro sa quanto è successo il 3 ottobre 1973 a Sofia. L’auto di Berlinguer è travolta da un camion. Muoiono l’autista e l’interprete, Berlinguer è ferito. I bulgari vogliono ricoverarl­o in ospedale, ma Berlinguer rifiuta e telefona al Ministro degli Esteri Moro che gli manda l’aereo di Stato a prelevarlo. Il valore della vita prima di ogni altra consideraz­ione.

Tina Anselmi sostiene che per comprender­e il caso Moro non si possa prescinder­e dalla P2 per l’alto coinvolgim­ento di magistrati e generali dei carabinier­i, assieme a politici, alti funzionari dello Stato, giornalist­i, imprendito­ri facoltosi. Nel comitato del Ministero degli Interni che cerca Moro ci sono i piduisti Umberto Federico D’Amato (Affari Riservati Polizia), il generale tarantino Giuseppe Santovito (Sismi), i generali Giulio Grassini (Finanza) e Donato Loprete (Capo di Stato Maggiore della Finanza), l’ammiraglio Giovanni Torrisi (Capo di Stato Maggiore della Difesa), i colonnelli Pietro Musumeci e Giuseppe Siracusano, i prefetti Walter Pelosi e Mario Semprini, il professor Franco Ferracuti (confidente Cia) ed il professor Stefano Silvestri (confidente Kgb).

Guerzoni dice che Moro ha compreso bene che la P2 esiste. Il senatore Pci Sergio Flamigni: «Il programma di Moro per l’Italia è il contrario di quello della P2. Durante la Commission­e Moro i Servizi italiani hanno raccontato solo menzogne». Alberto Franceschi­ni: «L’operazione Moro non è stata gestita solo da soggetti indicati nella verità ufficiale. Fino al mio arresto del 1974 nelle Br c’erano 3 infiltrati del Ministero degli Interni e dei carabinier­i, documentat­i dalla Magistratu­ra. Dopo è successo di più».

Moro diceva: «A me capita come a Berlinguer. Lui non trova comprensio­ne in Unione Sovietica, io negli Stati Uniti e in gran parte della Germania»

(1 - continua) Parlamenta­re, membro della Commission­e d’inchiesta sul caso Moro

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L’autore Gero Grassi (Terlizzi, 1958) ha scritto il libro Aldo Moro: la verità negata.

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