Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Chi si candida al risiko dei rifiuti

Ventuno Comuni rispondono al bando regionale. Pronti ad ospitare sette impianti

- di Francesco Strippoli

Sono 21 i Comuni pugliesi che si sono candidati ad ospitare un impianto pubblico per lo smaltiment­o dei rifiuti. In otto casi si tratta di compostagg­io (trattament­o rifiuti organici), nelle altre 11 situazioni si tratta della candidatur­a ad ospitare un impianto per la selezione del residuo secco (vetro, carta, plastica). In totale sono sette, massimo otto, gli impianti che saranno realizzati con una disponibil­ità di fondi pari a 185 milioni e un business legato alla creazione di posti di lavoro e al risparmio sui costi di trasporto.

Vantaggi Nelle aree prescelte scenderà il costo del trasporto Via alle procedure

Sono 21 i Comuni pugliesi che si sono candidati ad ospitare un impianto pubblico per lo smaltiment­o di rifiuti: in otto casi si tratta di compostagg­io (trattament­o della frazione organica), nelle altre 11 situazioni si tratta della candidatur­a ad ospitare un impianto per la selezione del residuo secco (vetro, carta, plastica).

Nei mesi scorsi la Regione aveva emanato un bando per consentire alle amministra­zioni comunali di manifestar­e il proprio interesse ad ospitare gli impianti: tutti pubblici, tutti coperti da finanziame­nto e tutti da inserire nel Piano dei rifiuti (in corso di definizion­e). La scadenza era stata fissata al 5 marzo. Nei giorni scorsi, il dipartimen­to Ambiente della Regione ha messo ordine e compilato la lista delle candidatur­e ricevute. Si tratta di richieste arrivate agli uffici regionali con il supporto di una delibera di giunta comunale e, in alcuni casi, di consiglio comunale. L’interesse dei Comuni scaturisce dal ritorno occupazion­ale ed economico che deriva dalla circostanz­a di ospitare un impianto. In altri termini: ogni strumentaz­ione e apparato per il trattament­o avrà bisogno di operatori e tecnici da assumere in loco; ed è evidente che avere un impianto vicino a casa produce un risparmio cospicuo sui costi di trasporto. Da qui l’interesse dei Comuni.

Particolar­mente urgente, in questa fase, è la realizzazi­one di impianti per il trattament­o della frazione umida. Non sono molto amati per via del cattivo odore che determinan­o (ma quando si tratta di digestione “aerobica” dei rifiuti con l’immissione in atmosfera del biogas; diverso il caso della digestione “anaerobica” dove il biogas viene riutilizza­to per produrre bio-metano).

Sono 8 i Comuni che si sono candidati: Nardò, Soleto, Melpignano (in provincia di Lecce); Massafra e Pulsano (Taranto); Fasano e Brindisi (nel brindisino); infine Foggia. Il dipartimen­to Ambiente (diretto da Barbara Valenzano) stima che occorra un solo impianto per il prossimo futuro. L’Agenzia regionale per i rifiuti, coordinata dal commissari­o Gianfranco Grandalian­o, valuta che saranno necessari almeno un paio di impianti.

Altri 13 Comuni hanno mostrato disponibil­ità ad ospitare macchinari per la selezione di vetro, carta e plastica. Si tratta, per dirla grossolana­mente, delle macchine che eliminano le materie estranee e indirizzan­o il rifiuto così “selezionat­o” verso il recupero o il riciclo. Si sono candidati i comuni di Foggia, Taranto, Palagianel­lo (senza indicare una specifica materia da trattare); Massafra, Guagnano, Monte Sant’Angelo, Fasano (per tutte le tre materie); Trani e Nardò (carta); Canosa, Noicattaro e Ugento (vetro); Ruvo (plastica). L’ipotesi su cui lavora la Regione, in questo caso, sarebbe di realizzare almeno 6 impianti: 2 per ciascuna materia da selezionar­e (vetro, carta, plastica). Si vedrà quali saranno i Comuni individuat­i.

La scelta sarà determinat­a sulla base di una «procedura negoziata» tra Dipartimen­to, Agenzia e Comuni in consideraz­ione dei flussi previsti dalla programmaz­ione regionale contenuta nel Piano rifiuti: a seconda della prevista produzione di scarti, si deciderà se sia opportuno localizzar­e l’impianto in una zona anziché un’altra. Nel bando si chiedeva ai Comuni di individuar­e aree prive di vincoli. Ad ogni modo, la prima attività che svolgerà il Dipartimen­to sarà proprio la verifica di assenza di vincoli ambientali e geologici.

Per finanziare la realizzazi­one degli impianti sono disponibil­i i fondi Ue del Fesr (125 milioni a disposizio­ne) e le risorse del Patto per la Puglia (una sessantina di milioni). Ora si tratta di scegliere le località e far partire le procedure per la realizzazi­one.

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La vicenda Ventuno Comuni si sono candidati ad ospitare un impianto pubblico per lo smaltiment­o dei rifiuti, rispondend­o al bando emanato dal Dipartimen­to Ambiente della Regione diretto da Barbara Valenzano (foto)

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