Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Soldi in cambio di voti» Chieste ventisette condanne
Elezioni regionali del 2015, i pm: offerti anche posti di lavoro
Il clan Nelle indagini della Dda sono coinvolti alcuni affiliati del clan Di Cosola di Ceglie
La Procura di Bari ha chiesto 27 condanne a pene comprese fra i 18 anni e i 4 anni di reclusione per altrettanti imputati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politicomafioso, coercizione elettorale e corruzione.
Stando alle indagini della Dda di Bari, gli imputati, quasi tutti affiliati al clan Di Cosola, avrebbero tentato di condizionare l’esito delle ultime elezioni regionali in Puglia del maggio 2015 procurando voti, in cambio di denaro, a Natale Mariella, candidato (poi non eletto) con la lista “Popolari” a sostegno di Michele Emiliano. In particolare in alcuni comuni della provincia di Bari alcuni affiliati all’organizzazione criminale, fra i quali Michele Di Cosola, figlio del boss pentito Antoesercizio nio Di Cosola, nelle settimane precedenti le elezioni regionali avrebbero fermato persone per strada invitandole a votare Mariella (che non è im- putato in questo processo) «mediante l’esercizio della forza di intimidazione del clan» e con «minacce velate», così « impedendo il libero del diritto di voto». Il pm della Dda Federico Perrone Capano ha chiesto condanne fino a 18 anni di reclusione per gli affiliati al clan e la condanna a 12 anni per Armando Giove, ritenuto il referente di Mariella, accusato di aver accettato la promessa del clan di procurare voti, offrendo in cambio 70mila euro. Giove risponde di concorso esterno in associazione mafiosa perché «mediante l’offerta di denaro e posti di lavoro», avrebbe « fornito un contributo concreto e consapevole al rafforzamento dell’organizzazione criminale». Il processo si sta celebrando con il rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Bari Alessandra Piliego. Si tornerà in aula il prossimo 11 marzo per le discussioni dei difensori.