Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I licei fanno il pieno di iscrizioni
I numeri della scuola che sarà in Puglia. Crollano i professionali, i sindacati accusano
Il numero di iscritti agli istituti professionali è al minimo storico in Puglia mentre è boom per i licei e in particolare per il classico. È quanto emerge dai dati dell’ufficio scolastico regionale relativamente all’anno 2017/2018. La tendenza, che peraltro trova conferma a livello nazionale, preoccupa i sindacati e in particolare la Cgil, che punta l’indice contro l’alternanza scuola-lavoro e teme che l’indebolimento dei professionali possa compromettere l’efficienza di un baluardo contro la dispersione scolastica. In Puglia, mentre il 52,4 per cento degli iscritti alle scuole secondarie sceglie i licei, il 16,8% opta per il professionale.
«Il numero di iscrizioni negli istituti professionali pugliesi è al minimo storico. Si mette in discussione la stessa tenuta di questo ordine di scuola». È l’allarme lanciato da Claudio Menga, segretario generale della Cgil Flc.
Secondo i dati sulle iscrizioni on line alle scuole secondarie pugliesi di secondo grado per l’anno scolastico 2018/2019, diffusi a febbraio scorso dall’Ufficio scolastico regionale (Usr), infatti, le iscrizioni negli Istituti professionali scivolano dal 17,8% del totale di un anno fa al 16,8%. In particolare, il settore dei Servizi scende da 11,4% a 11,2%, il settore Industria e artigianato da 3,1% a 2,8% e i percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP), da 3,2% a 2,8%. Il dato a livello nazionale è anche peggiore: ha scelto i professionali solo il 14% dei ragazzi dal 15,1% dell’anno scorso.
Gli iscritti aumentano, invece, nei licei pugliesi, scelti dal 52,4% degli alunni dal 51,9% nel 2017/2018 (mentre a livello nazionale passano dal 54,6% al 55,3%). In particolare aumentano gli iscritti al classico (il 7,2% dal 6,7%), allo Scientifico indirizzo “tradizionale” opzione Scienze Applicate e sezione Sportivo (il 24,7% da 24,5%) e al linguistico, a 8,6% da 7,9%. Gli indirizzi tecnici rilevano il 30,8% delle iscrizioni (da 30,3%), di cui l’11,8% (da 11,4%) nel settore Economico, e il 19% (dal 18,9%) nel Tecnologico.
Il liceo artistico resta stabile (3,2%). Segnano un calo, invece, il liceo delle Scienze umane (a 7,2% da 7,3%), licei musicali e coreutici (0,9%, da 1,1% del precedente anno scolastico) e il liceo europeo/internazionale (0,5% da 1,3%).
Il calo più netto, dunque, è proprio quello dei professionali. «È uno degli effetti nefasti della legge 107/15 e delle scelte errate del Miur – sostiene Menga -. A partire dal prossimo anno ha voluto introdurre troppo frettolosamente la revisione dei percorsi ordinamentali dell’istruzione professionale (previste dalla 107) impedendo, di fatto, alle famiglie di fare scelte serene e consapevoli per le incertezze causate proprio dall’indeterminatezza dei nuovi percorsi».
«Il risultato è paradossale – rileva il segretario del primo sindacato della scuola Se da un lato si introduce l’alternanza scuola-lavoro ob- bligatoria, il Miur, con le sue scelte miopi, contribuisce a mettere in difficoltà proprio l’ordine con la più forte vocazione professionalizzante, unico vero argine alla dispersione scolastica».
Ulteriore riflesso del calo delle iscrizioni, sottolinea Menga, è il rischio di un esodo del personale docente e Ata verso altri ordini di scuola. «Ora nell’istruzione professionale occorrerà mantenere intatta la dotazione organica del personale – conclude Menga – e trasformare questo “declino” in occasione di rilancio attraverso la costituzione di classi più piccole, percorsi individualizzati e il rinnovo delle metodologie didattiche. Altrimenti prosegue - dovremmo prendere atto che forse si punta a smantellare l’istruzione professionale statale e a trasferire questo decisivo ordine verso una gestione privatistica».
Claudio Menga, Cgil Le nuove norme hanno messo in difficoltà l’unico vero argine alla dispersione scolastica La tendenza Anche nelle altre regioni c’è la stessa tendenza: ai professionali solo il 14%