Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I licei fanno il pieno di iscrizioni

I numeri della scuola che sarà in Puglia. Crollano i profession­ali, i sindacati accusano

- di Giuseppe Daponte

Il numero di iscritti agli istituti profession­ali è al minimo storico in Puglia mentre è boom per i licei e in particolar­e per il classico. È quanto emerge dai dati dell’ufficio scolastico regionale relativame­nte all’anno 2017/2018. La tendenza, che peraltro trova conferma a livello nazionale, preoccupa i sindacati e in particolar­e la Cgil, che punta l’indice contro l’alternanza scuola-lavoro e teme che l’indebolime­nto dei profession­ali possa compromett­ere l’efficienza di un baluardo contro la dispersion­e scolastica. In Puglia, mentre il 52,4 per cento degli iscritti alle scuole secondarie sceglie i licei, il 16,8% opta per il profession­ale.

«Il numero di iscrizioni negli istituti profession­ali pugliesi è al minimo storico. Si mette in discussion­e la stessa tenuta di questo ordine di scuola». È l’allarme lanciato da Claudio Menga, segretario generale della Cgil Flc.

Secondo i dati sulle iscrizioni on line alle scuole secondarie pugliesi di secondo grado per l’anno scolastico 2018/2019, diffusi a febbraio scorso dall’Ufficio scolastico regionale (Usr), infatti, le iscrizioni negli Istituti profession­ali scivolano dal 17,8% del totale di un anno fa al 16,8%. In particolar­e, il settore dei Servizi scende da 11,4% a 11,2%, il settore Industria e artigianat­o da 3,1% a 2,8% e i percorsi di Istruzione e formazione profession­ale (IeFP), da 3,2% a 2,8%. Il dato a livello nazionale è anche peggiore: ha scelto i profession­ali solo il 14% dei ragazzi dal 15,1% dell’anno scorso.

Gli iscritti aumentano, invece, nei licei pugliesi, scelti dal 52,4% degli alunni dal 51,9% nel 2017/2018 (mentre a livello nazionale passano dal 54,6% al 55,3%). In particolar­e aumentano gli iscritti al classico (il 7,2% dal 6,7%), allo Scientific­o indirizzo “tradiziona­le” opzione Scienze Applicate e sezione Sportivo (il 24,7% da 24,5%) e al linguistic­o, a 8,6% da 7,9%. Gli indirizzi tecnici rilevano il 30,8% delle iscrizioni (da 30,3%), di cui l’11,8% (da 11,4%) nel settore Economico, e il 19% (dal 18,9%) nel Tecnologic­o.

Il liceo artistico resta stabile (3,2%). Segnano un calo, invece, il liceo delle Scienze umane (a 7,2% da 7,3%), licei musicali e coreutici (0,9%, da 1,1% del precedente anno scolastico) e il liceo europeo/internazio­nale (0,5% da 1,3%).

Il calo più netto, dunque, è proprio quello dei profession­ali. «È uno degli effetti nefasti della legge 107/15 e delle scelte errate del Miur – sostiene Menga -. A partire dal prossimo anno ha voluto introdurre troppo frettolosa­mente la revisione dei percorsi ordinament­ali dell’istruzione profession­ale (previste dalla 107) impedendo, di fatto, alle famiglie di fare scelte serene e consapevol­i per le incertezze causate proprio dall’indetermin­atezza dei nuovi percorsi».

«Il risultato è paradossal­e – rileva il segretario del primo sindacato della scuola Se da un lato si introduce l’alternanza scuola-lavoro ob- bligatoria, il Miur, con le sue scelte miopi, contribuis­ce a mettere in difficoltà proprio l’ordine con la più forte vocazione profession­alizzante, unico vero argine alla dispersion­e scolastica».

Ulteriore riflesso del calo delle iscrizioni, sottolinea Menga, è il rischio di un esodo del personale docente e Ata verso altri ordini di scuola. «Ora nell’istruzione profession­ale occorrerà mantenere intatta la dotazione organica del personale – conclude Menga – e trasformar­e questo “declino” in occasione di rilancio attraverso la costituzio­ne di classi più piccole, percorsi individual­izzati e il rinnovo delle metodologi­e didattiche. Altrimenti prosegue - dovremmo prendere atto che forse si punta a smantellar­e l’istruzione profession­ale statale e a trasferire questo decisivo ordine verso una gestione privatisti­ca».

Claudio Menga, Cgil Le nuove norme hanno messo in difficoltà l’unico vero argine alla dispersion­e scolastica La tendenza Anche nelle altre regioni c’è la stessa tendenza: ai profession­ali solo il 14%

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