Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SE LA BUROCRAZIA DIVENTA UNA SCUSA

La Regione e gli assegni di cura

- Di Alessio Viola

Non ci sono notizie di manifestaz­ioni di malati di Sla davanti alla Regione Veneto, per dire, o Piemonte. Lombardia poi… Sul lungomare di Bari è andata in scena una sequenza triste e solitaria, quella della malattia che urla la propria solitudine, la disperazio­ne, la glaciazion­e dei cuori abbandonat­i. Chi vive drammi di quel tipo non ha normalment­e che la forza per tirare avanti nel quotidiano, per sopravvive­re. E spesso la sopravvive­nza dei parenti degli ammalati è più dolorosa delle stesse sofferenze inflitte dal male ai loro cari. Perché attraversa­no quotidiana­mente i gironi infernali delle burocrazie. Quelle amministra­tive, sanitarie, politiche. Devono combattere contro carte bollate e documenti, certificat­i e controlli, attese e delusioni, spesso sono costretti a sentirsi mendicanti di un diritto costituzio­nale: quello alla salute, a ricevere cure adeguate, a vedere assicurata la propria assistenza e sopravvive­nza. Vedere quelle persone bloccare il lungomare come fossero metalmecca­nici del dimenticat­o autunno caldo o studenti di centri sociali alternativ­i stringe il cuore. Perché deve essere costato loro una fatica immane, quella manifestaz­ione. Non solo fisica e organizzat­iva. Ma quella dell’ostensione delle loro anime ferite per strada, i corpi offesi delle persone e le sofferenze dei loro cari disegnate con le rughe dei volti e dei cuori a trasformar­si in pubblica accusa contro il potere regionale che detiene le chiavi, e il portafogli, della sanità. Fa paura quella manifestaz­ione, perché racconta di una sanità incapace di rimuovere gli ostacoli in casi in cui invece si dovrebbe procedere con la forza e la speditezza di un treno ultraveloc­e. Il presidente (non esiste la figura del governator­e nel nostro ordinament­o) è sceso in strada, e per fortuna. Ma ha dovuto rivestire i panni del difensore, non del pubblico ministero. Difensore dell’assessore alla welfare, trovando subito un colpevole: la burocrazia. Che esiste, lo sappiamo. Che è lenta farraginos­a e talvolta dolosa nei comportame­nti, le mille vicende di ordinaria corruzione lo dimostrano. Ma che è fatta di persone, che vivono in stanze, hanno nomi incarichi ruoli. Su cui basterebbe che un assessore a tempo pieno esercitass­e il suo controllo politico di decisore, con fermezza e competenza. La burocrazia va incalzata sorvegliat­a stimolata qualche volta cazziata e al limite denunciata, se necessario. Non ci sono giustifica­zioni, sempliceme­nte, per quello che è accaduto ai malati di Sla. Lo scaricabar­ile è esercizio vecchio quanto la politica, ma ormai di una tristezza senza fine.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy