Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il messaggio di monsignor D’Urso «Le istituzioni non si arrendono»
«I cittadini devono continuare a collaborare, la mala va snidata»
«Gli arresti delle scorse ore devono far arrivare un messaggio importante e preciso: le istituzioni non si arrendono e presidiano il territorio». Monsignor Alberto D’Urso, vicario episcopale e presidente della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, conosce bene la realtà di Bitonto e le sue problematiche. Lui il 2 gennaio scorso ha celebrato i funerali di Anna Rosa Tarantino. Lui quel giorno, dall’altare della cattedrale romanica, aveva sferzato la comunità bitontina a non arrendersi all’indifferenza e aveva esortato gli assassini a pentirsi.
«Oggi – racconta dopo aver appreso della cattura dei presunti killer dell’anziana sarta, uccisa il 30 dicembre proprio poco dopo aver assistito alla messa del mattino – abbiamo avuto la testimonianza che con la violenza si possono vincere le battaglie ma non la guerra. I cittadini devono riconquistare fiducia, devono continuare a collaborare per snidare la mala. Non è facile, perché la vita nel centro stori- co è ancora difficile, perché durante la recente Via Crucis ho visto ancora porte e finestre sbarrate, perché qui non c’è solo il problema della droga ma sono presenti anche i fenomeni dell’usura e del racket, ma Bitonto è stata candidata non a caso a capitale italiana della cultura. È una città di grandi tradizioni e una città di solidarietà, è una città in cui il culto per la Madonna è molto forte. Deve riappropriarsi di questi simboli e voltare pagina. Se i violenti si rendono conto di poterla fare franca non c’è futuro. Spero che questo sia l’inizio di un nuovo itinerario di speranza, A fine aprile tutte le parrocchie bitontine hanno organizzato la Tenda del Dialogo , per dare una mano a ricostruire una Bitonto della solidarietà».
I nipoti di Anna Rosa, ancora segnati dal dolore anche per la perdita dell’altra zia, Lucia, scomparsa due mesi dopo la sorella, preferiscono chiudersi nel silenzio. L’operazione delle forze dell’ordine è stata commentata invece anche dal sindaco Michele Abbaticchio: «Non ho mai visto un criminale che finisca bene – ha scritto sui social – o morto ammazzato o in galera. Dalle macerie parte sempre la ricostruzione».
Domenico Damascelli, consigliere regionale e amico della famiglia di Anna Rosa, auspica infine che «la preziosa attività della magistratura e delle forze dell’ordine continui, perché la comunità ha ancora sete di sicurezza e non è giusto che paghino ancora innocenti come Anna Rosa».
Se i violenti si rendono conto di poterla fare franca non c’è futuro Spero che questo sia l’inizio di un nuovo itinerario di speranza