Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I versamenti che inchiodano il maestro di odio
TUTTI I RETROSCENA DELL’INCHIESTA DI FOGGIA SULL’AFFILIATO ALL’ISIS. ALTRI TRE INDAGATI
Diciotto versamenti sospetti in cinque mesi, bonifici al di sotto dei mille euro. E poi dieci blocchetti, fogli di carta simili a quelli utilizzati per le lotterie: ecco alcuni dei tasselli decisivi nel mosaico investigativo che ha portato all’arresto di Mohy Abdel Rahman, il 59enne di origine egiziana che impartiva lezioni di odio ai bambini a Foggia. Gli accertamenti sono stati condotti dalla guardia di finanza e si sono incrociati con le indagini avviate dalla Digos. Nell’inchiesta ci sono altri tre indagati.
Dieci blocchetti con piccoli fogli quadrati e diciotto versamenti bancari in cinque mesi: da una parte gli appunti con le somme versate con la zakat, le offerte dei musulmani che frequentavano il centro; dall’altra le operazioni sospette sotto la soglia dei mille euro che hanno fatto scattare l’allarme. Alla fine, passando al setaccio i documenti a disposizione e mettendo insieme i tasselli raccolti, la guardia di finanza è riuscita a comporre un mosaico investigativo che è andato a incrociarsi rapidamente con le indagini della polizia. Così è stato smascherato Mohy Abdel Rahman, 59 anni, egiziano con la cittadinanza italiana, arrestato due giorni fa a Foggia con le accuse di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. Lui, il cattivo maestro, l’uomo che impartiva lezioni di morte ai bambini oltre la facciata dell’associazione culturale “Al Dawa”, avrebbe svolto una massiccia attività di indottrinamento a favore dell’Isis.
Le indagini sono dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari. Altre tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati: sono due egiziani e un docente italiano convertito all’islam che insegna in una scuola di Ferrara, dove risiede da anni mantenendo però contatti con l’associazione di Foggia. Nell’inchiesta si è rivelata decisiva la pista del denaro, accertamenti condotti dalla guardia di finanza. Ai militari è stata girata dalla Direzione nazionale antimafia una segnalazione su alcune operazioni bancarie sospette. Su uno dei tre conti correnti riconducibili a Rahman, gli investigatori hanno notato diciotto versamenti anomali: tutti sotto la soglia dei mille euro e con intervalli irregolari. Dettagli che non sono passati inosservati. I militari hanno incrociato quanto venuto fuori dalle verifiche con quei dieci blocchetti su cui erano annotati nomi e numeri, qualcosa di simile a ricevute relative alle offerte lasciate nel centro “Al Dawa”. Il materiale è stato trovato a luglio nel corso di una perquisizione nell’ambito delle indagini che hanno portato all’arresto del jihadista ceceno Eli Bombataliev. E ben presto, grazie al coordinamento con la Digos che aveva avviato un’indagine parallela, è affiorata una realtà inquietante celata oltre un portone come tanti in un’ex ludoteca in via Zara, a due passi dalla stazione. Qui il 59enne predicava odio contro «i miscredenti»: il venerdì faceva lezione agli adulti, il sabato a bambini tra i quattro e dieci anni.
Del caso adesso si sta occupando anche il Tribunale per i minorenni di Bari. «Il primo passo - spiega il presidente, Riccardo Greco- sarà l’attivazione del servizio Giada già operativo nell’ospedale Giovanni XXIII». Si tratta di un gruppo di assistenza coordinato dalla psicologa Maria Grazia Foschino, una task force che interviene a supporto dei bambini maltrattati. «Tuttavia è presto per trarre conclusioni, va esaminato tutto il contesto e il percorso di crescita dei minorenni», precisa Greco.
Intanto, mentre si mettono in campo le misure necessarie per il recupero dei bambini sottoposti a un costante lavaggio del cervello, le indagini vanno avanti a ritmo serrato. E passano ancora una volta per gli accertamenti finanziari. Il colonnello Pierluca Cassano, comandante del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari, non si sbilancia e mantiene il massimo riserbo. Ma spiega comunque che l’obiettivo è individuare e stroncare «qualsiasi forma di finanziamento, anche indiretto, alle strategie del terrorismo». Gli investigatori hanno già avviato una serie di verifiche e seguono con decisione la pista dei soldi. I riflettori sono puntati sugli
I bambini Il Tribunale per i minori ha attivato il servizio psicologico di supporto ai bambini
I dieci blocchetti Gli investigatori hanno trovato dieci blocchi con le ricevute delle offerte in denaro
spostamenti di denaro, i bonifici che potrebbero rivelare nuovi scenari sui collegamenti di Rahman. Il 59enne è in Italia dal ‘94: per tutti questi anni ha tenuto un basso profilo, sempre attento a non destare sospetti. Ma quando polizia e guardia di finanza hanno bussato alla sua porta ha chiesto: «Siete venuti ad arrestarmi?». Nel frattempo il suo computer era ancora acceso e sintonizzato sui siti del dark web che inneggiano alla jihad.