Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Regione e medici allo scontro sulle liste di attesa
Sanità Contestata la proposta di legge per fermare l’attività in caso di tempi lunghi. Rivolta dei camici bianchi
Esplode la polemica sul progetto di legge che punta a tagliare le liste d’attesa in sanità. Il testo, predisposto dal pd Fabiano Amati (firmato anche da Colonna, Mennea e Cera), impone lo stop all’attività libero professionale in caso di tempi molto lunghi. Protesta il presidente dell’ordine dei medici, Filippo Anelli: «Le liste d’attesa dipendono dalla mancanza di professionisti in corsia: pronti a portare i dati e confrontarci con Amati».
Sulle liste d’attesa si continua a litigare. La polemica è tornata ad esplodere nelle ultime ore. Il consigliere regionale Fabiano Amati (Pd) ha nuovamente chiesto un’accelerazione sulla proposta di legge che sospende l’attività libero professionale dei medici (cosiddetta intra-moenia) nel caso in cui le liste d’attesa siano particolarmente lunghe. «Il progetto di legge - dice Amati ha conseguito l’analisi tecnico normativa da parte degli uffici. A questo punto si porti subito il testo all’esame della commissione e presto del Consiglio regionale». La proposta - firmata con Enzo Colonna, Napoleone Cera, Ruggero Mennea - istituisce la figura del responsabile unico delle liste d’attesa in ogni Asl: a lui spettano funzioni di indirizzo e controllo. Quando constata che le liste d’attesa superano quelle dei medici in attività libero professionale, si blocca l’attività intra-moenia dei camici bianchi. Il progetto ha ricevuto ieri un doppio stop. Il primo è stato pronunciato da Filippo Anelli presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della federazione nazionale. «Il problema - dice Anelli - non si risolve nella maniera che propone Amati. Le liste d’attesa sono legate alla carenza di medici negli ospedali. Ad ogni modo, siccome l’Ordine è un ente pubblico che esercita una funzione sussidiaria e ausiliaria dello Stato, siamo pronti a fornire ogni contributo utile per la discussione e la risoluzione del problema». «Amati - dice Franco Lavalle, segretario regionale Ussmo, medici ospedalieri - vuole fermare l’attività intra-moenia, noi pensiamo che in questo modo si favorisca il privato puro. L’attività libero professionale è svolta al di fuori dell’orario di servizio e non inficia l’attività istituzionale. Il problema delle liste d’attesa è strutturale e dovuto alla carenza di medici». «Il progetto di legge - replica a distanza Amati - è aperto a tutte le proposte migliorative, purché l’intento non si sveli dietro l’espressione “ben altro è il problema”, notoriamente utilizzato per resistere al cambiamento».
Ieri mattina, a proposito di condizioni di lavoro negli ospedali, hanno protestato infermieri e tecnici precari che aspirano alla stabilizzazione. La manifestazione, indetta da Fials e Usppi, si è tenuta davanti all’ingresso della presidenza regionale. I sindacati confederali, Cgil in testa, hanno rinunciato a protestare in considerazione dell’incontro convocato in Regione per il prossimo 4 aprile.
Usppi e Fials sono stati ricevuti dal dirigente Giovanni Campobasso. Il primo sindacato ne ha ricavato una valutazione positiva e loda le intenzioni di avviare un percorso di stabilizzazione «dopo Pasqua». La Fials, invece, parla della «solita promessa» di stabilizzare i precari entro il dicembre 2020. Per di più, il segretario della Fials, Massimo Mincuzzi, stigmatizza «la discutibile iniziativa» del manager Asl Brindisi «di procedere all’assunzione a tempo indeterminato di un “fortunatissimo” infermiere, grazie alla graduatoria di un’Asl di Como, sottraendo così un posto ai precari da stabilizzare».