Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Vintage Lab per ridare anima alle cose
Al VLab di Ceglie Messapica si opera su pezzi degli anni ’50, ’60 e ’70
Quello che è successo dopo il 1970? Per gli ideatori di VLab, tanta massificazione. Valerio e Francesco, anima e corpo del più grande laboratorio vintage di Puglia, sono degli esteti innamorati del design a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘70. E sono per l’essenzialità materica.
Quello che è successo dopo il 1970? Per gli ideatori di VLab, tanta massificazione. Valerio e Francesco, anima e corpo del più interessante laboratorio vintage di Puglia (via Marconi 13/a, a Ceglie Messapica), sono degli esteti, innamorati del design a cavallo tra gli anni ’50 e ’70; sono per l’essenzialità materica, per la manipolazione estrema dei materiali fino a recuperarne l’essenza più intima e bella.
Uno, Valerio, scava nella propria anima per sviluppare la sua creatività; l’altro, Francesco, talvolta scava tra cumuli accatastati di vecchi mobili negli scantinati di accumulatori seriali per scovare anche solo un pezzo che valga la pena recuperare. E a volte capita di fare ritrovamenti eccezionali come la Luxo Lamp disegnata da Jac Jacobsen o la cassettiera di Anonima Castelli, pezzo da collezione fabbricato negli anni ’60. «Quando riconosco un oggetto che ha valore – racconta Francesco – inizia la trattativa, talvolta estenuante, perché collezionisti o svuotacantine che siano, si distaccano da un articolo solo se capiscono che tu ne hai rispetto e gli darai valore».
Una passione che per Francesco è diventata lavoro e amore a tempo pieno. E non rimpiange Bruxelles e il suo impegno nella progettazione europea. L’incontro con sua moglie Luisa per le strade della cittadina belga, anche lei pugliese, ha innescato in loro il desiderio di tornare alle radici e oggi, grazie anche al sodalizio con Valerio, artigiano conosciuto e coinvolto durante la ristrutturazione di Fikus, il loro boutique b&b a Ceglie Messapica, è iniziata una nuova vita su una strada di sola andata verso le passioni. Hanno anche una casa completamente vintage, ma Francesco ascolta musica punk. Valerio, invece, è il vero esteta, il modellatore della materia che in Nude, la loro poltrona nata barocca, trova il manifesto della loro filosofia, fondata sul bisogno di voler restituire dignità estetica e funzionale ad arredi in disuso, per dare loro la possibilità di rivivere e di essere apprezzati; il tutto attraverso la rielaborazione massima della materia prima di un pezzo stilistico anche desueto.
Tecniche di stampo etico, quelle scelte da Valerio, che fotografano e congelano in un tempo preciso la storia di un oggetto che non viene cancellata, semmai valorizzata. È così che l’essenzialità nella rivisitazione di un pezzo diventa interiorità, grazie anche a tecnica nipponica come quella dello Yakisugi, che grazie al passaggio attraverso il fuoco fa sì che le forme si semplifichino, si preservino nel tempo; e così il design segue le vicende dell’anima.
Attitudini Gli ideatori della bottega sono Valerio l’artigiano e Francesco, il «cercamobili»
E strategie «Quando riconosco un oggetto di valore inizia la trattativa per averlo»