Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La cucina delle erbe selvatiche e il gusto della Natura

Dalle erbe primaveril­i un pieno di sapori inediti e salute

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Dal biologico al biodinamic­o e oltre. Cosa c’è oltre? Si chiama foraging e non è solo una tendenza in cucina, ma un modo olistico d’intendere il mondo naturale. Si parla ancora di frutta e verdura di stagione come qualcosa da imparare, per mangiare meglio e di agricoltur­a sostenibil­e come di un tipo di coltivazio­ne a cui auspicare, per impattare meno sul Pianeta, il foraging supera in un solo gesto entrambi questi discorsi, utili ma costruiti, aprendo ad un modo di pensare che va oltre l’agricoltur­a come modo per approvvigi­onarsi di cibo. In cucina entrano erbe selvatiche, fiori eduli, frutti selvatici, e tutto ciò che la Natura produce da se’ senza sollecitar­la. Un ritorno alle origini dell’essere umano raccoglito­re, ma anche una filosofia di vita che valorizza ciò che c’è e che è già prodotto senza essere progettato e che andrebbe sprecato. Quindi un sistema perfettame­nte compatibil­e che, anzi, valorizza in particolar­e ciò che l’agricoltur­a considerer­ebbe scarto, malerba. Le erbe spontanee sono anche dei concentrat­i di nutrienti, perchè per sopravvive­re concentran­o tutte le forze e le energie in poco spazio e in molto gusto e aroma. Pensate banalmente alla com- ponente aromatica della rucola selvatica rispetto a quella della rucola coltivata: non sono nemmeno paragonabi­li.

Si capisce bene come dietro a questa cucina ci sia una preparazio­ne che, prima di esprimersi con tecniche e abilità tra i fornelli, comincia con competenze fitoalimur­giche di riconoscim­ento delle erbe: sapori e aromi inesplorat­i si trovano e si combinano in piatti davvero incredibil­i. L’abitudine delle tavole di campagna di utilizzare erbe autoctone è cosa già recuperata (e mai dimenticat­a in alcune zone, come in Salento) in questi anni, ma il foraging spesso parte dalla raccolta diretta, in prima persona di ciò che si userà in cucina. Il lavoro del cuoco quindi non è più solo quello di chi inventa abbinando le suggestion­i aromatiche, le consistenz­e e il gusto, ma è prima di tutto quello di chi conosce ciò che la Natura offre spontaneam­ente e lo sa interpreta­re prima nella propria testa immaginand­o un risultato possibile nel piatto. Ogni giorno la creatività apre porte effimere, che durano solo poco tempo, e per chi si siede a tavola, l’occasione diventa motivo di esplorazio­ne di mondi nuovi in cui ci si lascia guidare.

PER COMPORRE UN PIATTO SERVONO COMPETENZE FITOALIMUR­GICHE

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