Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’assemblea del Libertà chiede aiuto a Decaro «Salviamo il quartiere»
Emergenza criminalità L’appello dei residenti
Assemblea cittadina ieri nel quartiere Libertà nella sede del Movimento «Riprendiamoci il futuro» su iniziativa del segretario del movimento politico, Luigi Cipriani. Residenti e commercianti si sono confrontati in una riunione animata durante la quale è stato affrontato il problema della sicurezza nel quartiere dove le scorribande di baby gang e le aggressioni fatte per gioco sono all’ordine del giorno. I cittadini hanno lanciato un appello alle istituzioni e al sindaco Decaro in particolare: «Non lasciateci soli».
Più che un’assemblea di cittadini è stato un appello corale alle istituzioni. «Non ci sono soltanto i criminali nel nostro quartiere, ma soprattutto persone perbene che chiedono di vivere, lavorare e passeggiare tranquilli come succede in altri rioni della città». Una piccola parte di residenti e commercianti del Libertà, ieri mattina, si è riunita presso la sede del Movimento «Riprendiamoci il futuro» in via Nicolai su iniziativa del segretario del movimento politico, Luigi Cipriani. In una riunione particolarmente animata, si è discusso del problema sicurezza, una questione a lungo dibattuta nei mesi scorsi (anche a seguito di approfonditi reportage giornalistici) ma che non ha ancora trovato una soluzione. Aggressioni, risse, rapine e raid vandalici sono ben lungi dall’essere un ricordo. Nei giorni scorsi, solo per fare un esempio, una ventina di auto parcheggiate in corso Mazzini sono state danneggiate: gomme tagliate e finestrini mandati in frantumi.
«Il quartiere è abbandonato - tuona Cipriani - i giovani che vivono qui potrebbero diventare i futuri criminali del quartiere perché per loro non c’è nulla qui. Sindaco Decaro venga a parlare con chi vive in questo rione per comprendere la reale situazione. Il tempo delle favole e delle promesse è finito». Ci sono gli anziani che sin dal primo pomeriggio vivono barricati nei loro appartamenti. «L’altro giorno ha raccontato uno di loro passeggiavo con mia moglie nella zona di piazza Umberto da sempre considerata una zona a rischio ma lì, invece, mi sono sentito al sicuro. Mi ha rassicurato la presenza delle forze dell’ordine. Passeggiare nel mio quartiere invece è impensabile. Noi residenti non possiamo più permettercelo». Dello stesso parere tutti i presenti all’incontro. Alcuni di loro non risiedono più al Libertà. «Mi sono trasferito nel quartiere Japigia - ha detto Mimmo, 40 anni - qui non è più possibile. Il 50 per cento degli extracomunitari che vive a Bari abita al Libertà e in tanti sono senza permesso di soggiorno. Il pomeriggio dopo le 18, soprattutto nei giorni festivi, camminano solo i migranti e qualche giorno fa ero con mia figlia piccola e ci è mancato poco che mi aggredissero».
Va così al Libertà, rione più popoloso della città, dove la percezione di sicurezza - a sentire i cittadini - è un obiettivo ancora lontano. «C’è chi ha pagato una casa anche 130mila euro e ora è disposto a svenderla a 40-50 mila euro
L’appello Residenti e titolari di negozi invitano il primo cittadino a recarsi nel rione e a parlare con loro
pur di andar via» aggiunge Cipriani.
«Io abito in via Bovio - dice un altro anziano - e di sera non esco mai di casa. I migranti sono capaci di spaccarci le bottiglie di birra in faccia senza nemmeno un motivo». «Certo - ribatte arrabbiato un commerciante - qui affittano case e locali al nero ai migranti e poi ci vivono anche in 20».
A questo proposito una signora ha scritto una lettera al Movimento politico. «Dove abito io ci sono gli africani, cucinano e fanno di tutto sul terrazzo senza rispettare chi li circonda e gli orari. Ho provato a chiamare l’ufficio igiene ma non mi ha risposto nessuno. Ho due bambini piccoli che non possono nemmeno affacciarsi al balcone».
«Siamo a due passi dal Murattiano - conclude un residente - ma sembra di essere in due paesi diversi».
Ed ancora raccontano di quel che accade nel giardino intitolato a Mimmo Bucci, di quell’area pedonale diventata ritrovo delle baby gang e chiedono a gran voce che la piazza del Redentore non venga chiusa al traffico per evitare che diventi, anche quello, un luogo di assembramento per criminali e bande di teppisti.
Infine l’ultimo appello al sindaco. «Venga qui tra le strade del quartiere a parlare con noi. Oltre alla criminalità, nel quartiere ci sono tanti altri problemi. Venga qui ad ascoltarci».