Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Strage del binario unico, in 18 rischiano il processo
LO SCONTRO FRA TRENI IMPUTATI PURE UN DIRIGENTE DEL MINISTERO E LA SOCIETÀ FERROTRAMVIARIA
La Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone fisiche e per la società Ferrotramviaria sullo scontro fra due treni avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta fra Andria e Corato, in cui persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Rischia il processo anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Di Giambattista.
Sono diciotto le persone che rischiano di essere processate per la strage ferroviaria avvenuta il 12 luglio 2016 sulla tratta fra Andria e Corato che provocò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 51. La procura di Trani ha chiesto il processo anche per la società Ferrotramviaria. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.
Rischiano di finire alla sbarra dirigenti e funzionari di Ferrotramviaria, oltre che il direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista, accusato in concorso con un altro dirigente, Elena Molinaro di «non aver compiuto verifiche periodiche sull’operato dei gestori delle ferrovie secondarie» e di non aver adottato provvedimenti urgenti» per eliminare il sistema del blocco unico su quella tratta a binario unico. «In tal modo violavano i propri doveri di iniziativa, coordinamento, vigilanza e controllo - scrivono i pm di Trani - e così facendo non impedivano che si verificasse il disastro ferroviario».
Le indagini della polizia ferroviaria, la squadra mobile e la guardia di finanza, coordinati dal pool di magistrati formato dal procuratore Antonino Di Maio e dai sostituti procuratori Michele Ruggiedria ro, Alessandro Donato e Marcello Catalano, hanno appurato che da Andria fu dato il via libera alla partenza del treno senza aspettare l’incrocio con l’altro mezzo che invece stava arrivando da Corato, la cui partenza non era stata comunicata. Per questo i magistrati hanno chiesto il processo anche per i capistazione di An- e Corato, Vito Piccareta e Alessio Porcelli e del dirigente coordinatore centrale, il capotreno Nicola Lorizzo, che si trovava sul convoglio partito da Andria. Il collega che viaggiava sull’altro treno è invece tra le vittime. Ai due capistazione, in particolare, è stato contestato di aver falsificato i registri contenenti le annotazioni su «via libera» per la partenza dei treni.
Agli allora dirigenti di Ferromtraviaria , gli amministratori delegati Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi, la procura di Trani contesta di non aver adeguatamente valutato i rischi, violando una serie di norme sulla sicurezza, fra direttive ministeriali e europee. Pasquini e la sorella «omettevano, ciascuno nell’ambito delle funzioni di propria competenza, di effettuare una adeguata valutazione dei rischi, di aggiornare le misure di prevenzione, di rielaborare la valutazione dei rischi, di adottare efficaci strategie di controllo e monitoraggio dell’operato dei lavoratori, di vigilare sul corretto adempimento delle funzioni e dei compiti attribuiti ai dirigenti delegati».
A proposito di mancata prevenzione, Ferrotramviaria, secondo la procura, avrebbe tra l’altro ignorato le direttive ministeriali sui necessari aggiornamenti tecnologici. In particolare l’azienda - ricostruiscono gli inquirenti nelle varie fasi dell’inchiesta - non avrebbe inoltre informato il ministero di una serie di problemi che si erano verificati tra il 2012 e il 2016 quando furono sfiorati diversi incidenti. Per l’accusa avrebbero quindi sottovalutato il pericolo nonostante alcune inchieste disciplinari relative a «situazioni critiche e potenzialmente dannose per la sicurezza e la regolarità della circolazione ferroviaria» aperte fra il 2003 e 2015 a seguito di incidenti sfiorati.
Intanto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, preso atto della richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura di Trani nei confronti di tutti gli indagati, ha dato disposizione all’Avvocatura della Regione Puglia di predisporre la dichiarazione di costituzione di parte civile in vista dell’udienza preliminare.
Parte civile
Emiliano ha annunciato la decisione di costituire la Regione parte civile nel giudizio