Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LE DUE MASCHERE DI UNA CRISI

La politica degli strani equilibri

- Di Silvio Suppa

La Regione Puglia e il Comune di Bari sono colpite da una contraddiz­ione, sia pure non identica: le due istituzion­i cercano il loro equilibrio in alleanze e numeri di aule consiliari, ma non si misurano con il problema del più esteso consenso sociale. Si tratta di un duplice fenomeno, non solo congiuntur­ale, che potremmo definire come il segno di un difetto di motivazion­e politica, difficile da curare in modo solido e duraturo. Il sindaco Decaro non riesce a recuperare il normale ritmo delle sedute di Consiglio, fra assenze e rifiuto delle sedute cosiddette monotemati­che; alla fine inciampa in una contraddiz­ione non solo organizzat­iva, che anzi è sintomo di un affaticame­nto grave della sua maggioranz­a, sempre in affanno a fronte di una città che cresce. Non meno faticosa è la rotta della giunta regionale, ancora alla ricerca di adeguate sostituzio­ni nel giro degli assessori via via dimissiona­ri. Regione e Comune di Bari certamente accusano il colpo del crollo del Pd e della semi-paralisi di questo partito. In più, specialmen­te per la Regione, pesa molto l’intreccio fra i probabili nomi del nuovo esecutivo, le collocazio­ni individual­i e le singole appartenen­ze territoria­li; è un intreccio anch’esso specchio di un’infrazione nel sistema del potere locale.

Come uscire da tanto disorienta­mento, specie dopo che il vigore di un programma inutilment­e atteso si è perso nei labirinti delle cariche? Per quanto riguarda il capoluogo – da sempre laboratori­o-pilota della Puglia – urge affrontare la città per ciò che oggi è, molto estesa, troppo cementific­ata, e ora raggiunta anche dal contrasto fra la sua storia produttiva e i nuovi “capi” di quartiere, delinquent­i pronti a speculare sul carente rapporto fra bisogni e redditi. In un simile scenario, feste e piste ciclabili forse aiutano, ma non risolvono. Alla Regione, invece, Emiliano deve abbandonar­e la fragile inventiva del giorno; il governo della Puglia è cosa seria, e va esteso in tutte le direzioni, dall’economia alla scienza, dalla cultura ai servizi, dalle singole misure agli sguardi lunghi e chiari. È in grado, Emiliano, di tentare la riforma del suo stile, per cominciare, e riprendere il filo di alleanze politiche forti e coerenti con il suo mandato elettorale? Senza rispondere a questa domanda – al netto di ogni conferenza di partito o corrente – non si tocca la coscienza popolare, e non si fa sviluppo. In fondo, le due crisi hanno in comune la fine di una stagione politica; ora si apra una seria verifica, ma fuori dal gioco del potere.

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