Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ex Om Carrelli, la storia infinita e il giro di valzer della Task Force
«Non ho ancora ritirato le dimissioni. E infatti, nonostante quello che viene detto e scritto, non c’è una mia lettera». Leo Caroli, presidente dimissionario (o presidente in carica?) della Task Force regionale dell’occupazione, contattato telefonicamente aggiunge una puntata alla telenovela che si trascina da quasi due mesi. Le ragioni che hanno portato l’ex assessore della giunta Vendola a «protestare» restano ancora irrisolte: ovvero la mancanza di strumenti (e poteri) idonei per incidere sulle vertenze e le frizioni con i dirigenti.
In fondo, quello che succede alla Task Force dell’occupazione (ribattezzata Sepac), è lo specchio di una Regione, guidata dal governatore Michele Emiliano, che oramai su tanti temi naviga a vista. Perché mettere in modalità stand by la presidenza di un comitato che, al contrario, è chiamato tempestivamente a risolvere le crisi aziendali è una scelta che desta stupore. Non tanto per la qualità e la stima delle professionalità coinvolte, ma per il fatto che le istituzioni non possono essere oggetto di «contenziosi» personali o di altre strategie. Chi è senza lavoro, o rischia di perderlo, chiede risposte, non augura polemiche.
La giunta regionale, qualche giorno fa, ha approvato una delibera che sostanzialmente respinge le dimissioni di Caroli (nella foto). Emiliano e Sabastiano Leo, assessore al lavoro, hanno espresso apprezzamento per l’impegno dell’ex sindacalista della Cgil invitandolo a tornare in sella. Ma, evidentemente, i tasselli del mosaico non sono ancora stati tutti collocati al loro posto. «Nei prossimi giorni — spiega l’assessore Leo — incontreremo Caroli per trovare un punto d’incontro. Ma ci tengo a precisare che l’attività non si è mai fermata. Tutte le vertenze sono state seguite e abbiamo garantito importanti azioni come quella per il salvataggio dell’ex vetreria Sangalli di Manfredonia». In verità, c’è chi, all’interno dei 12 componenti del Sepac (con il beneficio dell’anonimato) mostra dubbi: «Caroli non convoca una riunione da quasi due mesi. Noi stiamo lavorando su tavoli già previsti». I tavoli comunque sono stati convocati dall’assessorato al Lavoro, mentre Caroli non va nel suo ufficio dal 15 febbraio scorso. Ma anche questa «iniziativa» ha una finalità poco coerente visto che l’ex presidente (o presidente in carica) sta seguendo la vertenza Om Carrelli. Tanto che ieri ha incontrato i manifestanti in presiper dio sul Lungomare di Bari per spiegare loro che «sono in atto trattative e confronti con altri gruppi che potrebbero partecipare all’asta della Tua».
In ballo c’è il futuro di 183 dipendenti il cui trattamento di cassa integrazione è scaduto a fine 2017. La speranza, a stretto giro, è che si riesca a trovare un investitore che metta sul piatto un assegno da 250 mila euro per pagare la quota Tfr dei dipendenti (225 mila) e altri debiti. Il tutto per spingere la curatela fallimentare a versare tali risorse all’Inps così da attivare un altro anno di cassa integrazione in deroga. Il vantaggio per l’acquirente? La «consolazione» sarebbe legata a un credito Iva di 500 mila euro. Il termine presentare le offerte scadrà il 15 aprile. Manca ancora qualche ora per evitare il licenziamento. Perché , dopo il flop del progetto Tua (con la mini car elettrica), bisogna trovare gruppi disposti ad acquistare e sviluppare quel progetto assumendo i dipendenti. «Stiamo seguendo la vertenza — conclude Leo — con il massimo dell’attenzione possibile. A questo punto è necessario anche un supporto dell’assessorato allo Sviluppo Economico». Quest’ultimo, dopo le dimissioni di Michele Mazzarano, è nelle mani dello stesso Emiliano che attende di definire il rimpasto. Come dire: la macchina ha il freno a mano inserito.