Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«All’arrivo dei finanzieri si è fermato tutto, anche le sedute di laurea»

- Luca Pernice

Erano in tanti, tra docenti, studenti e laureandi, quelli che ieri mattina hanno assistito con stupore ma anche con un po’ di timore all’andirivien­i dei finanzieri nelle stanze della facoltà di Agraria. Gli agenti hanno portato via computer e documenti. Tanti studenti, ma anche tanti genitori e amici di chi stava per laurearsi. Tra questi anche Paolo Marasco, 23 anni, di Foggia, studente del primo anno del corso di laurea magistrale in Scienze agrarie.

Paolo, ieri mattina eri in facoltà quando è arrivata la Guardia di Finanza?

«Stavo seguendo delle sedute di laurea di alcuni amici quando abbiamo sentito un gran vociare, e qualcuno che parlava di militari della Guardia di finanza che erano entrati in facoltà».

Poi che è successo?

«Poi le sedute di laurea sono state interrotte».

La Guardia di finanza è entrata nelle aule?

«Dove mi trovavo io non è entrato nessuno, e neanche nelle altre aule. I professori, forse per capire anche cosa stesse accadendo, hanno sospeso le sedute invitando gli alunni ad uscire».

Cosa avete fatto?

«Alcuni sono restati nei corridoi, qualcuno è andato nei giardini della facoltà. In un primo momento non si capiva cosa fosse accaduto».

Gli investigat­ori erano in divisa?

«Vi erano uomini in divisa ma anche investigat­ori in borghese. Abbiamo capito che anche loro erano della Guardia di finanza perché sono scesi da automobili giunte insieme a quelle con i colori tradiziona­li del corpo».

Qualcuno di loro vi ha detto qualcosa?

«No. Assolutame­nte no ma non abbiamo neanche chiesto qualcosa. Si vedeva che sapevano già dove dovevano andare e cosa dovevano cercare».

Hai sentito i commenti di qualche studente?

Paolo Marasco Forse si poteva scegliere un altro giorno per il blitz

«Al principio era un gran vociare. Qualcuno si è preoccupat­o che non potesse più laurearsi. Poi ci sono stati commenti non tanto graditi. Qualcuno ha parlato male dell’università paventando ruberie o truffe».

Poi avete capito il perché della presenza degli uomini in divisa?

«Dopo un po’ qualcuno ha iniziato a leggere le prime notizie sui siti di informazio­ne locale e abbiamo compreso qualcosa in più».

Come hai vissuto quei momenti?

«Non è stato bello. Forse si poteva scegliere un altro giorno per intervenir­e. Oltre a noi studenti c’erano anche tanti genitori che sono rimasti sconcertat­i nel vedere quegli uomini in divisa salire e scendere le scale della nostra facoltà».

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