Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Lo smemorato del gol
Galano, il capocannoniere del Bari, non segna da 4 mesi Tovalieri: a Pescara si sbloccherà. Protti: il gruppo lo aiuti
Cristian Galano e il gol. Un rapporto non propriamente simbiotico. Lo dicono i numeri: 59 reti in 265 partite complessive, ovvero uno ogni 4 gare e mezza. Però quest’anno le cifre sembravano aver tracciato una curva diversa. Una iperbole. Il Robben di Capitanata era tarantolato, segnava a grappoli, ben 13 marcature nel solo girone d’andata, sebbene un infortunio nella parte iniziale della stagione ne avesse inibito l’utilizzo. Con Improta, Galano era diventato il simbolo di un modo diverso di capitalizzare le occasioni: no all’ariete e al classico centravanti bomber, sì al pensiero laterale e mai banale. Da fuori area o sotto porta, su calcio di rigore e punizione. Persino di testa. Ogni pallone, come l’oro. Poi, all’improvviso, il blocco. La doppietta contro il Perugia il 16 dicembre scorso e uno stop che dura ancora oggi, quasi un girone dopo. Quattro mesi senza segnare, il momentaneo spostamento dalla destra alla sinistra del tridente offensivo. Quindi il ritorno a casa, ovvero sull’out destro. Ma dell’agognato gol, neanche la traccia. «Deve entrare in campo con la voglia di fare le cose semplici, senza strafare e le cose verranno da sé – afferma il “cobra” Sandro Tovalieri che ha colpito il Pescara, tra gli altri, nella stagione 1993/94 – d’altronde non possiamo pensare che Galano e Improta segnino ogni volta come è successo all’andata. Sono fiducioso che Cristian torni nel tabellino degli scorer».
Con il Pescara, peraltro, c’è un precedente incoraggiante. Galano segnò nella meravigliosa stagione fallimentare. Ammutolì l’Adriatico con la rete che valse i tre punti. Era il 21 settembre del 2013 e lui era ancora un promettente talentino. Oggi ha il dovere di sbocciare definitivamente. «Ma Galano non è importante solo per i gol – è il parere di Igor Protti, che contro gli abruzzesi mise a segno ben cinque reti in due match di coppa Italia nel 1992 – questo non vuol dire che non debba cercare l’exploit personale dietro ogni filo d’erba, con convinzione ma pure serenità. È capitato anche a me di non segnare per molto tempo e quando questo accade è perché si inceppa qualcosa a livello mentale. Ogni tanto si vivono periodi in cui la porta si restringe, così come in altre circostanze ogni pallone che tocchi produce un’esultanza». Sia un bomber che l’altro sono dello stesso avviso sul fatto che Galano non abbia i colpi tipici del cecchino. Non ha il fiuto, per capirci, che ha caratterizzato entrambe le loro carriere. «Nella prima parte di stagione ha fatto più gol del previsto – concludono quasi all’unisono – ma arriva un certo punto in cui il bene della squadra conta più del tuo. Perché Galano torni a segnare, il gruppo deve aiutarlo. Così come quando andava regolarmente in rete, erano gli stessi compagni a metterlo nelle condizioni di farlo».
Di certo Fabio Grosso deve ritrovare il miglior Galano per questo rush finale. Non solo sotto il profilo realizzativo, ma sul versante della presenza nell’azione, dell’efficacia nella manovra offensiva. Il Bari ha bisogno di un punto di riferimento offensivo, che sappia tirarlo fuori dalle secche delle partite più difficili e intricate. Un assist, uno spunto. Poi, se viene il gol, è certamente meglio. Magari già domani, da titolare o a partita in corso. In fondo basta poco per cambiare le cose.
Sandro Tovalieri Era impensabile che tenesse i ritmi dell’andata
Adesso deve entrare in campo con la voglia di fare le cose semplici