Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cinema europeo, sipario sul festival
Miglior Film il dramma della regista francese Garel-Weiss Premio Verdone a Roberto De Paolis
Bilancio del Festival del Cinema Europeo il giorno dopo, finite le proiezioni, i festeggiamenti, le polemiche e tutto quello che fa da contorno ad ogni rassegna cinematografica che si rispetti. Così è stato per la diciannovesima edizione del festival leccese che, ieri sera, ha assegnato l’Ulivo d’oro Premio Cristina Soldano per il miglior film a The party's
over della francese Marie GarelWeiss. Alla giuria, presieduta da Beki Probst (presidente dell’European Film Market) è piaciuto questo dramma al femminile che esplora l’amicizia tra due giovani tossiche, in una comunità di recupero, che lottano per rimettere insieme le loro vite dopo anni di abuso di sostanze.
Il Premio per la Miglior Sceneggiatura è andato a Stienette Bosklopper per Cobain, il potente racconto dell’olandese Nanouk Leopold. Il riconoscimento per la Miglior Fotografia a Marton Miklauzic per Yellow heat e il Premio Speciale della Giuria a Disappearance di Boudewijn Koole, che ha vinto anche il premio del pubblico. Tra gli altri riconoscimenti assegnati, il Premio Sngci per il migliore attore europeo a Goran Bogdan per Agape di Branko Schmidt e il Fipresci a Scary mother di Ana Urushadze.
Cuori puri, di Roberto De Paolis, ha invece vinto la nona edizione del premio «Mario Verdone», assegnato dai figli Silvia, Carlo e Luca all’opera prima di un giovane autore. Cuori Puri, accolto molto bene l’anno scorso alla Quinzaine des réalisateurs a Cannes, racconta di due giovani che vivono alla periferia di Roma, in un mondo emarginato, oppressi dai pregiudizi e da una rigida educazione cattolica.
Anche il festival di Lecce non è sfuggito al tentativo di districarsi fra il cinema d’autore e le «furbizie» del cinema di massa. Il premio alla carriera (che neanche lui ricorda bene) a Kim Rossi Stuart poteva essere ripensato. Più apprezzabile la scelta di Jasmine Trinca, giovane e brava attrice di respiro internazionale, anche lei premiata con l’Ulivo d’oro.
Questa edizione del Festival del cinema europeo sarà anche ricordata per il ritorno a Lecce della regista ungherese Ildikó Enyedi(tra i suoi film proposti, anche la versione restaurata de Il mio XX secolo e Corpo e anima, in corsa quest’anno per l’Oscar). Sarà anche ricordata per la presenza del cineasta inglese Michael Winterbottom, un artista prolifico (con casa-vacanza in Puglia) in possesso di uno stile narrativo a metà fra realtà e finzione.
In un programma fitto di proiezioni e d’incontri vanno segnalate almeno altre due pellicole fuori concorso: Il Rudy Valentino, di Nico Cirasola, che ha inaugurato il Festival, e Broken, un film del regista albanese Edmond Budina, che denuncia il traffico illegale di rifiuti tossici nel suo paese e le tragiche conseguenze per chi ne viene a contatto.
Gli organizzatori sono soddisfatti per «la grande affluenza di pubblico». Un viatico per la prossima edizione (8-13 aprile 2019), quella del ventennale.