Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Macroregione del Sud Poli Bortone in campo per una triplice intesa Ecco le prime alleanze
Consiglio comunale, Romito verso la Lega
Una macroregione potrebbe risollevare le sorti del mezzogiorno d’Italia, rafforzando addirittura la coesione nazionale? L’ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro e l’ex senatrice Adriana Poli Bortone, entrambi di Forza Italia, con il senatore Gaetano Quagliariello, rieletto in Parlamento con il centrodestra, pensano di sì. Insieme, perché il Sud conti davvero sotto il profilo economico, ma anche politico. L’idea è quella di ridurre, attraverso una riforma istituzionale e costituzionale, le venti regioni italiane a cinque macroregioni, secondo il modello già vigente nell’Ue, mettendo insieme territori che hanno una storia comune fra di loro. Al Sud anche un’agenzia per gli investimenti. Un progetto ambizioso, ma che trova fondamento, secondo i proponenti, soprattutto dopo i referendum autonomisti di Veneto e Lombardia e alla luce dei risultati delle politiche. All’appello manca la Lega che, secondo Quagliariello, «sarebbe molto interessata perché questa è una strada che deve dare al Sud gli strumenti per operare, ma poi anche l’autonomia per poterli utilizzare. Questo posto in un quadro di forte coesione nazionale».
Il partito di Salvini è anche interessato ad allargare ancora i suoi orizzonti al Sud e in particolare in Puglia e a Bari in vista delle comunali del 2019. Tanto che qui si profilerebbe un ulteriore passaggio nelle fila del Carroccio. Potrebbe essere il consigliere comunale Fabio Romito. Lunedì conferenza stampa in Comune. Con il benestare del segretario regionale Caroppo che l’altro giorno al Corriere dichiarava di avere personaggi autorevoli da candidare a sindaco di Bari. Dunque la Lega di Salvini starà a guardare? «Non so in questo momento che bussola segua, ma se avesse continuato a seguire quella di Miglio, oggi staremmo ragionando sullo stesso terreno e quindi sulla riduzione del numero delle regioni», dice Poli Bortone. Insomma, vietato perdere tempo prezioso, tanto che per la macroregione del Sud nasce un comitato referendario in Campania.
In Puglia, utilizzando i canali informali, ma capillari, del web, Poli Bortone scrive nel suo profilo Facebook: «Cercasi giovani (soprattutto ma non solo) che vagliano la Regione Mezzogiorno: autonomia, rapporti diretti con Ue, programmazione concertata, territorialità dell’imposta, più lavoro per tutti… Chi ci sta? Dobbiamo raggiungere 500mila firme». Al Corriere spiega: «Il divario tra Nord e Sud è aumentato notevolmente, soprattutto negli ultimi anni ed è evidente che anche a livello nazionale si dovranno dare risposte differenti. Oggi ci sono 20 autonomie di pensiero. Si è verificato ciò che noi di destra paventavamo negli anni ’70 nella nostra battaglia antiregionalista, pensando che sarebbero state venti forme di sperpero di denaro». E l’unità nazionale? «Non ne uscirebbe indebolita – dice - Anzi, ad indebolirla sono le 20 regioni. Non è bastata la politica di coesione dell’Ue per rimettere il Sud al pari del Nord». Gabbie salariali permettendo. «Non sono d’accordo sulla differenziazione dei salari – affonda - I cittadini italiani sono uguali. Il punto è riuscire a cercare nuove fonti di lavoro». «Le urne
«Cercasi giovani» L’ex sindaca di Lecce ha lanciato un appello sui social rivolto in particolare ai giovani
– spiega Quagliariello – ci hanno consegnato un’Italia spaccata in due anche sotto il profilo politico. Con la macroregione, il Sud, dove il fallimento delle classi politiche regionali è evidente, potrebbe essere considerata una zona omogenea sulla quale fare investimenti, con una sola classe politica. Selezionarne una, credibile, che abbia i rapporti con lo Stato centrale e l’Ue sarebbe auspicabile».