Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ma sulla sanità è scontro politico Emiliano diserta il Consiglio
Michele Emiliano litiga (duramente ma sotterraneamente) con la sua maggioranza. Il tema è la legge che riforma le Residenze sanitarie e socio-sanitarie assistite (Rsa e Rssa). La normativa, approvata qualche mese fa, è stata riportata in Aula per le modifiche imposte dall’impugnativa del governo. Emiliano avrebbe voluto che si cambiassero alcune norme, per esigere che le strutture che prestano assistenza ad alta intensità siano autorizzate e accreditate. Cioè: controllate. La posizione di Emiliano non è passata. Il governatore ha disertato il Consiglio.
Poche norme e molta frizione politica. Non tra maggioranza e opposizione, ma tra Michele Emiliano e la sua stessa coalizione. Al punto che l’assenza del governatore dai lavori del Consiglio regionale è stata interpretata (da più d’uno) come la volontà di prendere le distanze dalle norme che si andavano ad approvare.
Stiamo parlando della modifica alle norme sulle Rsa e Rssa: ossia Residenze sanitarie assistite (carattere quasi ospedaliero) e socio-sanitarie. Qualche mese fa, l’Assemblea aveva approvato la legge di riorganizzazione del comparto: si superava la distinzione tra strutture e si introduceva il concetto di «alta, media e bassa complessità». Il governo, da parte sua, aveva impugnato la legge pugliese e il Consiglio regionale ieri è corso ai ripari per disinnescare il contenzioso davanti alla Corte costituzionale. L’Assemblea ha eliminato il riferimento alla «bassa complessità», ossia a interventi (su anziani e disabili) di carattere prevalentemente «sociale»: questi non rientrano nei Lea (livelli essenziali di assistenza), pertanto non possono essere rimborsati dal Fondo sanitario regionale e la Regione non può legiferare. Fin qui nessun problema, l’intervento è stato facile.
Le frizioni politiche - andate in scena in mattinata, prima della seduta - sono sorte su un altro aspetto. Emiliano, d’intesa con gli uffici, avrebbe voluto approfittare del ritorno in Aula della legge per apportarvi dei cambiamenti, di impatto consistente.
La normativa prevede che un paziente possa restare in una struttura a media complessità anche se le sue condizioni si aggravassero e richiedessero un’assistenza di alta intensità. Esempio: un anziano malato di Alzheimer, ricoverato in una struttura a media complessità, che subisse un ictus, resterebbe dove si trova. Toccherebbe alla struttura intensificare l’assistenza ed ottenere in cambio dalla Regione un più alto rimborso. La norma - sostenuta dal presidente della Terza commissione, Pino Romano - ha una sua ragione: le case ad alta complessità sono poco numerose e il trasferimento significherebbe quasi sempre allontanare il paziente dalla zona d’origine.
Emiliano, spalleggiato dagli uffici, ha firmato un emendamento per modificare il testo vigente: chiedeva che la struttura non solo adeguasse il trattamento, ma anche fosse «autorizzata, accreditata e contrattualizzata». Tradotto: la legge consente di adeguare l’assistenza; l’emendamento Emiliano imponeva un preventivo controllo degli uffici sulla capacità effettiva di riuscire ad erogare quel servizio (l’autorizzazione e l’accreditamento a questo servono).
Pare che il governatore abbia fatto circolare la voce di sue dimissioni nel caso che non si fosse osservata la sua richiesta. Invece Romano, con tutto il centrosinistra, e anche l’opposizione di centrodestra hanno tenuto il punto. La norma sul flessibile adeguamento delle strutture non si cambia. Per quale ragione? «Per il bene dei pazienti - dice Romano perché altrimenti si costringerebbe le famiglie a portare i loro cari solo in strutture accreditate, che oggi sono pochissime». Solo i 5 Stelle hanno sostenuto la tesi di Emiliano, ma poi anche loro hanno fatto marcia indietro, confidando nel fatto che sia il regolamento di attuazione a fare chiarezza sugli standard da possedere per poter erogare i servizi. Fatto sta che Emiliano in Consiglio non si è visto. «A letto con la febbre» dice lo staff. Per altri la sua assenza è dovuta ai forti dissapori con la sua maggioranza. Ultima annotazione: è stata approvata anche la norma che consente agli infermieri di partecipare al Consiglio regionale sanitario (organismo quasi mai riunito).