Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gli «zuca gnostr» del liceo Lanza Viaggio lungo 150 anni di storia
Le vicende dell’istituto che ha formato generazioni di studenti «succhia inchiostro»
L’istituzione, nel 1868, del liceo ginnasiale municipale, dedicato al medico foggiano Vincenzo Lanza, si inserisce in un decennio particolarmente importante per la storia di Foggia. La città, che aveva allora poco più di 35 mila abitanti, da un lato si avviava a diventare importante nodo ferroviario – il treno da Pescara vi era arrivato per la prima volta nel novembre del 1863 e nel 1870 sarà completata la linea per Caserta e Napoli – dall’altro affrontava di petto, con l’operato del sindaco Lorenzo Scillitani, il problema della lotta all’analfabetismo e della formazione dei giovani. Pochi anni prima era stata istituita, infatti, la scuola tecnica provinciale e si aprivano asili per l’infanzia povera, scuole femminili presso i «conservatori» femminili ed elementari pubbliche. Qualche anno dopo sarà inaugurata la «scuola professionale per arti meccaniche e fabbrili», nucleo originario di quel che sarà l’istituto tecnico «Altamura», autentico vanto cittadino, che recluterà i suoi allievi in tutta la provincia.
Con la fondazione del Liceo ginnasiale, in un periodo in cui – come si legge nel manifesto di annuncio - «l’Italia domanda da’ suoi figli scienza e virtù», la città si liberava, a sue spese, dalla «sudditanza» nei confronti del Regio Liceo di Lucera, istituito nel Decennio francese, come pochi anni prima, nel 1855, si era affrancata dalla dipendenza dalla Diocesi di Troia. Dovrà attendere più di mezzo secolo per potere avere la sede del Tribunale, mentre nel 1884 il liceo municipale diventa Regio. In realtà, fino al 1866 aveva funzionato, in Foggia, per l’educazione della «gioventù studiosa», il Real collegio delle Scuole pie, retto dai padri Scolopi, che ebbe però vita molto travagliata, già prima del provvedimento postunitario di incameramento dei beni degli enti religiosi.
L’intitolazione del Liceo ginnasiale a Lanza, scomparso nel 1860, si collocava in piena temperie risorgimentale, ricordando il medico foggiano, deputato nell’effimero parlamento costituzionale napoletano del 1848, condannato a morte perché «cospiratore» ed esule a Genova fino al 1856. Ubicato, dopo un lungo vagare per varie sedi nella città, nel Palazzo degli Studi, progettato da Marcello Piacentini, il «Lanza» ha costituito, per decenni, uno dei poli di una dialettica culturale e sociale – di classe, si sarebbe detto un tempo - tra zuca gnostr (succhia inchiostro, cioè i liceali) e ciacca firr (batti ferro, cioè gli allievi dell’Industriale).
Nel 2018 i 150 anni saranno ricordati con numerose manifestazioni, tra cui una mostra con materiale di archivio ed un seminario che integrerà alcuni dei temi della storia del «Lanza», già trattati nella preziosa monografia di Teresa Maria Rauzino, Il Regio Liceo Lanza. Dalle Scuole Pie agli anni del Regime (Parnaso, Foggia 2004). Al di là della notorietà di alcuni suoi allievi, quel che rimane importante è, tuttavia, ancora oggi portare avanti il programma di fondazione: «estendere quanto più largamente si possa la coltura della gioventù studiosa ed istruirla ne’ doveri d’integro uomo, e di utile ed onesto cittadino».