Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Foggia e Bari verso il derby Le due facce della sfida
Al derby di sabato allo Zaccheria arrivano due squadre in condizioni opposte Lo scontro diretto potrà dire molto sul futuro di biancorossi e rossoneri
Un po’ come il giorno e la notte. Bari e Foggia vivono situazioni agli antipodi dal punto di vista emotivo. Una squadra sin dalle prime battute della stagione in zona playoff ma mai del tutto amata dai tifosi. L’altra, protagonista di una rimonta che al momento la pone a un passo dagli spareggi promozione, e tutt’uno con una piazza innamoratissima. Questo a due giorni esatti dal derby dello «Zaccheria». Un derby attesissimo, per il quale si prevede il tutto esaurito, condito dalla voglia di rivalsa del Foggia dopo la sconfitta all’andata in zona Cesarini e dalla necessità del Bari di rialzarsi dopo un periodo positivo a metà.
In questo momento la differenza tra le due squadre è di soli sei punti. Considerando lo scontro diretto in casa dei satanelli, non sono poi tantissimi. E prendendo in esame l’andamento del girone di ritorno, la differenza «morale» è addirittura inferiore. In una classifica ideale del girone di ritorno, infatti, il Foggia sarebbe terzo con 28 punti, il Bari settimo con 22. E pure considerando il rapporto tra gol fatti e subiti, si coglie istantaneamente il differente stato di forma. I biancorossi, a fronte di 18 reti subite, ne hanno segnate altrettante. I rossoneri hanno lo stesso numero di gol al passivo, ma ben 25 messi a segno. Un percorso opposto, dunque. E pure il passato recente lo conferma. Nelle ultiquello me tre partite la squadra di Grosso ha collezionato altrettanti pareggi. I pareggi diventano cinque se analizziamo le ultime sette gare, con un solo successo. Negli ultimi cinque match il Foggia, invece, ha portato a casa tre vittorie e un pareggio, cedendo solo al passo dell’Empoli.
Stupisce pure la fertilità offensiva, con nove gol realizzati negli ultimi tre turni. I trascinatori? Il trio composto da Kragl, Mazzeo e Deli. Fanno sognare i tifosi, che rispondotore no con entusiasmo. Bandiere nei bar e sui balconi, una città nel pallone insomma. A Bari invece non è scoccato il colpo di fulmine. Non accadeva quando c’erano gol e spettacolo, non succede a maggior ragione ora che la squadra, salvo rare eccezioni, si è improvvisamente appiattita e non riesce a ottenere i risultati che vorrebbe. Contro il Novara sono arrivate cascate di fischi, sia a fine primo tempo che alla conclusione del match. Peraltro sabato non ci sarà il gioca- più in forma, quel Liam Henderson che ha preso in mano la squadra, ma che sarà squalificato. Non resta che provarci con il sempreverde Brienza, il ritrovato Floro Flores o il bomber dell’ultimo mese Nenê.
Individualità a parte, l’aria è quella: se non c’è freddezza, c’è pallido calore. A prescindere dagli appelli all’unità che il club fa ripetutamente, sia per bocca del presidente Giancaspro che dell’allenatore Grosso. «Il tifoso può fare che vuole – ha detto l’allenatore pescarese martedì – perché ne ha il diritto. Spetta a noi il dovere di trasformare le critiche in applausi. Vivremo questa settimana verso la gara con il Foggia sapendo che questo derby è importante per tutti. Vogliamo fare una grande partita». Lo stesso volere del Foggia, ovviamente, che aspetta il derby in casa sua da ben 21 anni. Con la vicinanza di classifica a rendere tutto come un film. Un thriller.