Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Foggia e Bari verso il derby Le due facce della sfida

Al derby di sabato allo Zaccheria arrivano due squadre in condizioni opposte Lo scontro diretto potrà dire molto sul futuro di biancoross­i e rossoneri

- di Pasquale Caputi

Un po’ come il giorno e la notte. Bari e Foggia vivono situazioni agli antipodi dal punto di vista emotivo. Una squadra sin dalle prime battute della stagione in zona playoff ma mai del tutto amata dai tifosi. L’altra, protagonis­ta di una rimonta che al momento la pone a un passo dagli spareggi promozione, e tutt’uno con una piazza innamorati­ssima. Questo a due giorni esatti dal derby dello «Zaccheria». Un derby attesissim­o, per il quale si prevede il tutto esaurito, condito dalla voglia di rivalsa del Foggia dopo la sconfitta all’andata in zona Cesarini e dalla necessità del Bari di rialzarsi dopo un periodo positivo a metà.

In questo momento la differenza tra le due squadre è di soli sei punti. Consideran­do lo scontro diretto in casa dei satanelli, non sono poi tantissimi. E prendendo in esame l’andamento del girone di ritorno, la differenza «morale» è addirittur­a inferiore. In una classifica ideale del girone di ritorno, infatti, il Foggia sarebbe terzo con 28 punti, il Bari settimo con 22. E pure consideran­do il rapporto tra gol fatti e subiti, si coglie istantanea­mente il differente stato di forma. I biancoross­i, a fronte di 18 reti subite, ne hanno segnate altrettant­e. I rossoneri hanno lo stesso numero di gol al passivo, ma ben 25 messi a segno. Un percorso opposto, dunque. E pure il passato recente lo conferma. Nelle ultiquello me tre partite la squadra di Grosso ha colleziona­to altrettant­i pareggi. I pareggi diventano cinque se analizziam­o le ultime sette gare, con un solo successo. Negli ultimi cinque match il Foggia, invece, ha portato a casa tre vittorie e un pareggio, cedendo solo al passo dell’Empoli.

Stupisce pure la fertilità offensiva, con nove gol realizzati negli ultimi tre turni. I trascinato­ri? Il trio composto da Kragl, Mazzeo e Deli. Fanno sognare i tifosi, che rispondoto­re no con entusiasmo. Bandiere nei bar e sui balconi, una città nel pallone insomma. A Bari invece non è scoccato il colpo di fulmine. Non accadeva quando c’erano gol e spettacolo, non succede a maggior ragione ora che la squadra, salvo rare eccezioni, si è improvvisa­mente appiattita e non riesce a ottenere i risultati che vorrebbe. Contro il Novara sono arrivate cascate di fischi, sia a fine primo tempo che alla conclusion­e del match. Peraltro sabato non ci sarà il gioca- più in forma, quel Liam Henderson che ha preso in mano la squadra, ma che sarà squalifica­to. Non resta che provarci con il sempreverd­e Brienza, il ritrovato Floro Flores o il bomber dell’ultimo mese Nenê.

Individual­ità a parte, l’aria è quella: se non c’è freddezza, c’è pallido calore. A prescinder­e dagli appelli all’unità che il club fa ripetutame­nte, sia per bocca del presidente Giancaspro che dell’allenatore Grosso. «Il tifoso può fare che vuole – ha detto l’allenatore pescarese martedì – perché ne ha il diritto. Spetta a noi il dovere di trasformar­e le critiche in applausi. Vivremo questa settimana verso la gara con il Foggia sapendo che questo derby è importante per tutti. Vogliamo fare una grande partita». Lo stesso volere del Foggia, ovviamente, che aspetta il derby in casa sua da ben 21 anni. Con la vicinanza di classifica a rendere tutto come un film. Un thriller.

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Grosso Alla prima stagione da allenatore del Bari, non ha ancora conquistat­o i tifosi
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Stroppa L’allenatore foggiano ha riportato la squadra in B. Ha avuto un inizio difficile, ora vola

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