Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Buche e danni, come farsi risarcire

L’iter non è semplice, il danneggiat­o deve presentare una documentaz­ione completa La manutenzio­ne delle strade spetta alle pubbliche amministra­zioni e agli enti locali

- Christiano Spagnolett­i © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le tante buche presenti sul manto stradale, unite ai tombini, alle caditoie e all’asfalto rattoppato male, mettono a dura prova la sicurezza di chi guida la propria auto, o la propria moto, anche se il tragitto è quello classico casa-lavoro e viceversa. E questo problema non riguarda solo Roma e le sue cinquantam­ila buche, ma buona parte dei comuni italiani.

E ai rischi di farsi male, che sono quasi tutti in carico ai motociclis­ti, si aggiungono anche quelli di dover spendere un bel po’ di soldi per riparare i danni causati proprio dalle buche, dall’asfalto sconnesso e da tutte le altre trappole giornalier­e che si incontrano durante la guida. In Puglia, le cose non vanno meglio, anzi. Basta fare un giro a Bari, per rendersi conto che nel capoluogo regionale la situazione è parecchio preoccupan­te, in centro così come nelle periferie, senza distinzion­i. Una condizione che è degenerata negli ultimi mesi e che, tra l’altro, non è un bel biglietto da visita per i turisti e per i croceristi in arrivo.

E poi ci sono i tassisti, gli autisti e tutti coloro che guidano i mezzi di soccorso. Cioè utenti privilegia­ti che sulla strada ci lavorano, anche per salvare le vite di qualcun altro. Ecco perché è giusto porsi un paio di domande. Cosa potrebbe accadere, per esempio, a un ferito grave che viene trasportat­o in ambulanza verso l’ospedale, a causa degli scuotiment­i causati dall’asfalto sconnesso? E se dovesse forarsi uno pneumatico dell’ambulanza lasciando il malato senza le cure necessarie per un lasso di tempo più ampio rispetto alle necessità richieste dal caso, di chi sarebbe la colpa? Poi, ci sono i danni meccanici: pneumatici squarciati, cerchioni piegati e, nei casi più gravi, sospension­i e braccetti da cambiare, con relativa convergenz­a ed

Nessun rimborso se ci sono cause di forza maggiore ed eccezional­i quali un temporale, un nubifragio o una calamità naturale molto intensa Le strade poco percorribi­li diventano un serio pericolo anche in caso di trasporto di feriti a bordo di un’autoambula­nza o per i mezzi di soccorso I ritardi quando si deve raggiunger­e il luogo di un incidente

equilibrat­ura da rifare. Insomma quello delle buche è un problema serio che non riguarda solo le strade urbane, ma anche le tangenzial­i e le statali. Ma in un paese in cui le persone muoiono perché collassano i ponti, figuriamoc­i se qualche buca può essere considerat­a una questione che va affrontata seriamente.

Ecco, questa è una foto abbastanza chiara, o quasi, di tutto quello che c’è dietro la scarsa manutenzio­ne delle strade su cui guidiamo tutti i giorni. E allora cosa si può fare per cercare di tutelarsi e di ridurre le spese che derivano da un incidente causato da una buca? Beh, la responsabi­lità, in questi casi, è della pub- blica amministra­zione in quanto proprietar­ia o incaricata della gestione del bene demaniale. È il Comune, la Provincia o un’altra amministra­zione, a dover risarcire i danni per omessa o insufficie­nte manutenzio­ne delle rete stradale. Quindi, per prima cosa, bisogna inoltrare una richiesta di risarcimen­to danni al gestore del bene. Tra l’altro, la Corte di Cassazione, con sentenza numero 15384/06, ha affermato, che c’è una responsabi­lità oggettiva della pubblica amministra­zione per i beni demaniali in custodia. Un bel vantaggio per chi ha subito il danno, visto che dovrà soltanto fornire la prova dell’evento in cui è stato coinvolto, mettendo in evidenza il fatto che a crearlo è stata una condizione di oggettivo pericolo. Attenzione però a non credere si tratti di una passeggiat­a: se ci sono elementi esterni imprevedib­ili che costituisc­ono causa di forza maggiore, la pubblica amministra­zione può non dover risarcire il danno: un temporale, un nubifragio o una calamità naturale di particolar­e intensità ed eccezional­ità. E poi, la pubblica amministra­zione potrebbe anche provare a ribaltare la frittata, cercando di scaricare la colpa sull’automobili­sta o sul motociclis­ta ma, in questo caso specifico, spetta proprio all’ente provare che l’evento sia stato, in tutto o in parte, determinat­o dal comportame­nto di chi il danno lo ha subito.

Ecco perché bisogna avere a portata di mano, anzi di avvocato, una buona quantità di fotografie che immortalan­o la buca, il tombino e qualsiasi altro elemento abbia provocato il sinistro. Accompagna­ti da testimoni e, se possibile, da un verbale rilasciato dalle autorità eventualme­nte intervenut­e. Ovviamente, in caso di danni fisici, occorre anche un referto medico.

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 ??  ?? Strade come gruviera in moltissime città pugliesi, spesso perché i Comuni non hanno le risorse economiche
Strade come gruviera in moltissime città pugliesi, spesso perché i Comuni non hanno le risorse economiche

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