Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Buche e danni, come farsi risarcire
L’iter non è semplice, il danneggiato deve presentare una documentazione completa La manutenzione delle strade spetta alle pubbliche amministrazioni e agli enti locali
Le tante buche presenti sul manto stradale, unite ai tombini, alle caditoie e all’asfalto rattoppato male, mettono a dura prova la sicurezza di chi guida la propria auto, o la propria moto, anche se il tragitto è quello classico casa-lavoro e viceversa. E questo problema non riguarda solo Roma e le sue cinquantamila buche, ma buona parte dei comuni italiani.
E ai rischi di farsi male, che sono quasi tutti in carico ai motociclisti, si aggiungono anche quelli di dover spendere un bel po’ di soldi per riparare i danni causati proprio dalle buche, dall’asfalto sconnesso e da tutte le altre trappole giornaliere che si incontrano durante la guida. In Puglia, le cose non vanno meglio, anzi. Basta fare un giro a Bari, per rendersi conto che nel capoluogo regionale la situazione è parecchio preoccupante, in centro così come nelle periferie, senza distinzioni. Una condizione che è degenerata negli ultimi mesi e che, tra l’altro, non è un bel biglietto da visita per i turisti e per i croceristi in arrivo.
E poi ci sono i tassisti, gli autisti e tutti coloro che guidano i mezzi di soccorso. Cioè utenti privilegiati che sulla strada ci lavorano, anche per salvare le vite di qualcun altro. Ecco perché è giusto porsi un paio di domande. Cosa potrebbe accadere, per esempio, a un ferito grave che viene trasportato in ambulanza verso l’ospedale, a causa degli scuotimenti causati dall’asfalto sconnesso? E se dovesse forarsi uno pneumatico dell’ambulanza lasciando il malato senza le cure necessarie per un lasso di tempo più ampio rispetto alle necessità richieste dal caso, di chi sarebbe la colpa? Poi, ci sono i danni meccanici: pneumatici squarciati, cerchioni piegati e, nei casi più gravi, sospensioni e braccetti da cambiare, con relativa convergenza ed
Nessun rimborso se ci sono cause di forza maggiore ed eccezionali quali un temporale, un nubifragio o una calamità naturale molto intensa Le strade poco percorribili diventano un serio pericolo anche in caso di trasporto di feriti a bordo di un’autoambulanza o per i mezzi di soccorso I ritardi quando si deve raggiungere il luogo di un incidente
equilibratura da rifare. Insomma quello delle buche è un problema serio che non riguarda solo le strade urbane, ma anche le tangenziali e le statali. Ma in un paese in cui le persone muoiono perché collassano i ponti, figuriamoci se qualche buca può essere considerata una questione che va affrontata seriamente.
Ecco, questa è una foto abbastanza chiara, o quasi, di tutto quello che c’è dietro la scarsa manutenzione delle strade su cui guidiamo tutti i giorni. E allora cosa si può fare per cercare di tutelarsi e di ridurre le spese che derivano da un incidente causato da una buca? Beh, la responsabilità, in questi casi, è della pub- blica amministrazione in quanto proprietaria o incaricata della gestione del bene demaniale. È il Comune, la Provincia o un’altra amministrazione, a dover risarcire i danni per omessa o insufficiente manutenzione delle rete stradale. Quindi, per prima cosa, bisogna inoltrare una richiesta di risarcimento danni al gestore del bene. Tra l’altro, la Corte di Cassazione, con sentenza numero 15384/06, ha affermato, che c’è una responsabilità oggettiva della pubblica amministrazione per i beni demaniali in custodia. Un bel vantaggio per chi ha subito il danno, visto che dovrà soltanto fornire la prova dell’evento in cui è stato coinvolto, mettendo in evidenza il fatto che a crearlo è stata una condizione di oggettivo pericolo. Attenzione però a non credere si tratti di una passeggiata: se ci sono elementi esterni imprevedibili che costituiscono causa di forza maggiore, la pubblica amministrazione può non dover risarcire il danno: un temporale, un nubifragio o una calamità naturale di particolare intensità ed eccezionalità. E poi, la pubblica amministrazione potrebbe anche provare a ribaltare la frittata, cercando di scaricare la colpa sull’automobilista o sul motociclista ma, in questo caso specifico, spetta proprio all’ente provare che l’evento sia stato, in tutto o in parte, determinato dal comportamento di chi il danno lo ha subito.
Ecco perché bisogna avere a portata di mano, anzi di avvocato, una buona quantità di fotografie che immortalano la buca, il tombino e qualsiasi altro elemento abbia provocato il sinistro. Accompagnati da testimoni e, se possibile, da un verbale rilasciato dalle autorità eventualmente intervenute. Ovviamente, in caso di danni fisici, occorre anche un referto medico.