Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

E LA LEGA TROVA STRADA SPIANATA

Gli scenari nel centrodest­ra

- Di Michele Cozzi

L’esito delle regionali in Molise rappresent­a un monito per il centrodest­ra pugliese. Se la coalizione è unita, non solo regge l’urto dello tsunami del M5S, che in quella regione in due mesi ha perso oltre il 10% dei consensi, ma può porre le premesse per un nuovo inizio. Lì Di Maio e Salvini hanno fallito i rispettivi obiettivi: il primo governator­e pentastell­ato, per il leader del Movimento; il sorpasso e una ulteriore cannibaliz­zazione di Forza Italia, per il secondo. La Puglia ormai è una meta preferita del tour politico-elettorale di Salvini. Che nega di volere fagocitare Forza Italia ma attende che l’assassinio politico lo facciano gli elettori e i gruppi dirigenti. Finora in Puglia il processo ha dato i primi risultati, non trascurabi­li: tre parlamenta­ri (Rossano Sasso, Anna Rita Tateo, Roberto Marti); il consiglier­e regionale Andrea Caroppo. A Barletta è in pista per la guida della città Flavio Basile (ma il centrodest­ra è spaccato). Al Comune di Bari c’è Fabio Romito, altri consiglier­i negli altri capoluoghi. Non è poco.

Esiste, quindi, un terreno fertile per i leghisti alle cime di rape? Le condizioni non mancano: le differenze e diffidenze interne a Forza Italia, i cui gruppi dirigenti appaiono uno contro l’altro armati; l’immobilism­o del gruppo di Raffaele Fitto che non ha superato lo choc del voto e sembra dominato dalla logica tana, liberi tutti; le scorriband­e del presidente Emiliano che cerca di fare breccia nel ceto politico del centrodest­ra. Così, mentre i forzisti litigano tra di loro persino sulla presenza o meno del simbolo, i leghisti battono il territorio. E proprio da domani, annuncia il neodeputat­o Sasso, parte un tour a difesa degli ospedali pugliesi: «La sanità è uno dei tanti fallimenti di Emiliano». Condizioni che potrebbero aprire una prateria per il sovranismo salviniano. Che in Puglia, come nel resto del Paese, punta a raccoglier­e l’eredità di Berlusconi. Che, come emerge dal voto in Molise, non intende abdicare. E mette in campo un mix tra lista ufficiale di Forza Italia e liste civiche in grado di fare da argine. Che sia il civismo il nuovo banco di prova per il governo degli enti locali? Si vedrà, ma i segnali ci sono. Nel tempo del doppio populismo, il salviniano e il modello macedonia a Cinque stelle, l’opinione pubblica non vuole più sentire parlare di partiti. Così quelli tradiziona­li (FI e Pd), seppur in campi contrappos­ti, sono chiamati a ridefinire la loro missione. Pur di sopravvive­re. In attesa che passi la nottata.

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