Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’investitur­a assegnata dal pontefice

- di Bepi Castellane­ta

Di fronte a un evento di questa portata, mirato a recuperare la speranza di una pace, sarebbe riduttivo soffermars­i esclusivam­ente sulle ricadute per la città. Ma non si può non sottolinea­re come l’annuncio di Papa Francesco sull’incontro ecumenico fissato per il 7 luglio a Bari costituisc­a un momento che non è affatto esagerato definire storico.

Da sempre la città rivendica il proprio ruolo di ponte intercultu­rale facendo leva su un orgoglio identitari­o legato indissolub­ilmente a San Nicola, il Santo delle genti che accomuna le anime della cristianit­à sparse nel mondo come dimostrano gli oltre due milioni di fedeli ortodossi accorsi per venerarlo in Russia l’estate scorsa in occasione del temporaneo trasferime­nto di una reliquia dalla Basilica.

Adesso, dopo la scelta del Papa di riunire il 7 luglio a Bari i vertici di chiese e comunità cristiane del Medio Oriente, quella che un tempo poteva forse apparire come la vocazione storica e culturale di un territorio è accompagna­ta da un’investitur­a da parte della più alta figura spirituale. Alla città viene di fatto conferito un ruolo cruciale: quello di crocevia della pace, non una semplice terra di mezzo tra Oriente e Occidente ma soprattutt­o una terra del dialogo, il luogo migliore per ospitare un incontro ecumenico mirato alla riflession­e e alla preghiera in una fase drammatica, insomma qualcosa che va ben oltre il mero aspetto geopolitic­o che può derivare dalla collocazio­ne della città nel Mediterran­eo proteso verso Est. È evidente come Bari, per Papa Francesco sia molto di più.

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