Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Al Petruzzelli rievocati gli anni della lotta alla criminalità organizzata Tra cinema, arte e cronaca
Èun film dimenticato ad aprire la sesta giornata del Bif&st 2018. Il lungo silenzio sceneggiato e prodotto da Felice Laudadio per la regia di Margarethe Von Trotta, oggi direttore artistico e presidente del festival, prende vita all’indomani delle brutali stragi del 1992. «Noi abbiamo il cinema e al dolore dobbiamo reagire con quello», si dissero i due, prima di raccontare l’esistenza sotto minaccia del magistrato Carlo Canova e la reazione al suo assassinio da parte della moglie Carla che, dopo lo scoramento, decide di non arrendersi e cercare la verità. L’affollato incontro post-proiezione si nutre dell’esperienza sul campo di tre testimoni oculari pugliesi di quella stagione, due ex e un magistrato in servizio, a vario titolo coinvolti nel Bif&st, Giancarlo De Cataldo e Gianrico Carofiglio, presidenti delle giurie popolari e il presidente della Regione, Michele Emiliano. «Il fenomeno delle minacce ai magistrati fu sottovalutato per troppo tempo, pochi avevano la scorta – racconta Carofiglio, ex pm antimafia – oggi con la spersonalizzazione delle indagini conviene molto meno alla criminalità uccidere un magistrato, allora difficilmente il giudice colpito sarebbe stato sostituito con colleghi dalle stesse conoscenze». «Tutto iniziò con l’omicidio di Rosario Livatino – ricorda Emiliano, 12 anni sotto scorta - Falcone intuì subito che la lotta non poteva essere appaltata a un manipolo di magistrati, ma doveva unire politica, amministrazione e società civile. In quel periodo, più che paura sentivamo la voglia di sfidare i criminali. Non ho mai sofferto la mia condizione perché la causa era giusta». Per De Cataldo, la parola magistrato «sembra essere diventata una parolaccia, un magistrato colpito suscitava indignazione allora. Oggi l’indifferenza e la superficialità in cui anneghiamo sono modi anche peggiori di far del male ad un magistrato e non solo».
I metodi delle mafie sono cambiati, «si fa azione di lobbying
Gianrico Carofiglio Il fenomeno delle minacce ai magistrati fu sottovalutato per tantissimo tempo