Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Seul alla Puglia un’epidemia di bontà
Indizio numero uno: ero lì su Amazon che cercavo il miglior bunker antiatomico gonfiabile da mettere in cantina per prepararmi all’ormai imminente terza guerra mondiale, quando mi sono imbattuto nella foto dei due capi delle Coree che passeggiavano leggiadri mano nella mano come in un prologo di un porno. Indizio numero due: ero davanti alla tv che guardavo un talk show politico, con il ditino sul telecomando, pronto a silenziare Paola Taverna dei 5Stelle, onde evitare che mia figlia settenne fosse precocemente introdotta all’uso del turpiloquio modello «osteria numero uno», quand’ecco che la senatrice grillina, assumendo un’espressione a metà tra Atena, la dea della sapienza, e Renato Altissimo, ha cominciato una pacata disquisizione politologica tipo: «Siamo in una fase complessa della vita del Paese, dobbiamo cercare convergenze con il Pd». Indizio numero tre: ero a Bari, per strada, in una via a scorrimento veloce, davanti alle strisce pedonali, in attesa di attraversare, quando un tizio su un suv nero, con gli occhiali da sole, si è fermato, mi ha guardato, ha tirato fuori la mano e con un rapido ma esplicito gesto della medesima estremità dell’arto inferiore, mi ha fatto intendere che avrebbe atteso il mio passaggio prima di riprendere la marcia. Mi pare che non si possa più parlare di coincidenze. È evidente che da Seul a Corso Vittorio Emanuele, un virus di pura, spontanea e disinteressata benevolenza, stia invadendo il mondo. Con conseguenze al momento imprevedibili.
Joker farà pace con Batman? Melania sorriderà a Donald? Agnelli e De Laurentiis si accorderanno per il primo scudetto ex aequo della storia del calcio? Le assemblee di condominio si trasformeranno in sedute di sesso di gruppo? Staremo a vedere. Nel frattempo, non vi opponete all’epidemia. Sorridete, dialogate, porgete l’altra guancia. L’antidoto potrebbe arrivare prestissimo.