Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ira e lo choc del padre «Mio figlio bullizzato, ho temuto di perderlo»

Parla il genitore del 15enne dell’istituto Olivetti di Lecce scaraventa­to su un banco. Il ragazzo ha perso la milza

- Di Antonio Della Rocca

Prostrato, affranto, logorato dalla tensione e dalla paura di perdere il figlio. Ecco lo stato d’animo del papà del 15enne studente dell’istituto Olivetti di Lecce al quale è stata asportata la milza dopo un presunto atto di bullismo in classe da parte dei suoi compagni. «Il ragazzo - dice il padre - è vivo per miracolo. La preside parla di incidente? Non credo».

La preside sostiene che sia stato un incidente? Un ragazzo non può spappolars­i la milza cadendo da solo

Ce lo hanno salvato per un soffio grazie anche alle trasfusion­i, un’altra mezz’ora e sarebbe morto

A chi sta indagando, a chi deve giudicare, chiedo di fare le cose per bene In nome dei più giovani

Prostrato, affranto, logorato dalla tensione e dalla paura di perdere il figlio, ora chiede giustizia. Il padre dello studente 15enne di Caprarica di Lecce che ha subito l’asportazio­ne della milza dopo essere stato spinto contro un banco da un compagno di classe nell’istituto tecnico economico Olivetti di Lecce, parla con la voce rotta dal pianto: «Ce lo hanno salvato per un soffio, un’altra mezz’ora e sarebbe morto. Adesso mi auguro che si vada in fondo a questa storia». Come sta il ragazzo?

«Per fortuna migliora, ma stava male, molto male e gli hanno fatto delle trasfusion­i». Che cosa sa di quello che è accaduto in classe?

«Il fatto è avvenuto giovedì 19 aprile, ma per due giorni mio figlio è andato a scuola senza lamentarsi. Il sabato successivo mi hanno chiamato, sono andato a scuola ed è stato terribile. Sono salito in ambulanza e da allora sono qui in ospedale, al Fazzi di Lecce, non mi sono mosso. Ma una cosa la voglio dire. So solo che ho mandato mio figlio sano a scuola e me lo sono trovato quasi in fin di vita». Ha temuto il peggio?

«Sì, il primario mi ha detto che nella pancia c’era una forte emorragia, tre litri di sangue che hanno dovuto togliere. Sono dovuti venire i migliori medici per salvarlo».

Si parla di una spinta e di una caduta in classe per un pacco di patatine?

«Non lo so. Non so neppure il nome di chi ha fatto questo a mio figlio. Sento dire che i bulli non sono mai soli, che agiscono in gruppo».

Ci sarebbero anche dei precedenti, altri soprusi da parte della stessa persona. Ne eravate al corrente?

«No, mio figlio è un ragazzo molto riservato e non avrà voluto farci preoccupar­e, perché lo sa che gli vogliamo bene, che facciamo tutto per lui».

Il bullismo in aula sembra essere diventato un’emergenza dopo i tanti casi di questi ultimi tempi, due dei quali in scuole leccesi. Come se lo spiega? «Basta accendere la television­e per vedere che, cominciand­o dai politici, non ci sono buoni esempi. Loro dovrebbero trovare una soluzione. Mio figlio non è l’unico ad avere subito le conseguenz­e di certe azioni a scuola». Se ci sarà un responsabi­le cosa vorrebbe dirgli?

«Che merita una lezione. Qualcuno dovrebbe fargli capire che sta sbagliando».

Il vostro legale, l’avvocato Silvio Verri, ha presentato un esposto. Cosa si aspetta dagli inquirenti?

«Tutto quello che so è che si sta aprendo un’inchiesta. Io mi aspetto giustizia per un ragazzo di 15 anni che ha perso la milza e che, anzi, avrebbe potuto perdere la vita. Avremmo perso nostro ragazzo, noi che viviamo solo per i nostri figli e vogliamo solo il loro bene». Ha ancora fiducia nella scuola?

«Mi limito a dire che noi i ragazzi li affidiamo alla scuola e poi ce li troviamo in ospedale». Preside e professori si sono fatti sentire?

«Sì, ma in reparto non possono entrare. Hanno chiesto del ragazzo, si sono informati».

Secondo la preside non si è trattato di bullismo, ma di un incidente.

«No, non ci credo. Un ragazzo non può spappolars­i la milza cadendo da solo in classe. Piuttosto sono spaventato da quello che sta accadendo alla gioventù nelle nostre scuole, qui come altrove. Sono sconfortat­o. A chi sta indagando, a chi deve giudicare chiedo di fare le cose giuste e alle istituzion­i di fermare questo dramma. Ai giovani si deve far capire che con la violenza si raggiunge il male».

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Nelle scuole di Lecce, nelle ultime settimane, ripetuti casi di bullismo

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